domenica 14 aprile 2019

ISTAT e INPS al sicuro con Blangiardo e Tridico. D'ora in avanti: 'famo a fidasse'?


A proposito di Carlo Blangiardo, presidente ISTAT

Basta guardare alle sue posizioni su ius soliaborto e famiglia per capire come il nuovo presidente Istat è perfettamente in linea con le nuove politiche dell'ultradestra leghista. Su Avvenire e in quanto demografo, Blangiardo aveva lanciato l'idea di calcolare l'aspettativa di vita di una persona a partire dal concepimento, in modo da contare gli aborti come vite interrotte e includerne l'impatto sulla misurazione della vita media di tutti gli italiani. Ma, come ha scritto Il Manifesto, aveva anche partecipato alla redazione di un saggio dal titolo molto esplicativo «Immigrazione. La grande farsa umanitaria» - scritto tra gli altri conGiuseppe Valditara, professore dell'università romana dei Legionari di Cristo, scelto a ottobre 2018 come capo dipartimento per la formazione superiore e la ricerca del ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Aveva anche contestato Tito Boeri, reo di aver dichiarato che gli immigrati permettono al bilancio dell'Inps di restare sostenibile. E contro il provvedimento dello ius soli proposto dal Partito democraticoaveva scritto un intervento di suo pugno sul magazine leghista Il Populista. Visto la delicata posizione che hanno le cifre dell'istituto di statistica nazionale - le regole dell'Unione europea chiedono a tutti i Paesi la massima indipendenza di questi enti - la sua nomina era non solo discutibile ma anche in bilico, eppure Forza Italia ha aiutato Lega e M5s ad approvarla.

...e di Pasquale Tridico, presidente INPS

Lavorare meno, lavorare tutti. Sembra guardare a uno degli slogan più famosi degli anni '60 e '70 il neo presidente dell'Inps Pasquale Tridico. In una lezione sulle diseguaglianze nel capitalismo finanziario alla facoltà di economia della Sapienza, Tridico ha infatti sottolineato che "la riduzione dell'orario di lavoro, a parità di salario, è una leva per ridistribuire ricchezza e aumentare l'occupazione".

"Siamo fermi in Italia all'ultima riduzione dell'orario dal 1969, - ha detto l'ex consigliere del ministro Di Maio - non ci sono riduzioni da 50 anni e andrebbe fatta. Gli aumenti di produttività vanno distribuiti o con salario o con un aumento del tempo libero. Con questa riduzione aumenterebbe l'occupazione".


ISTAT e INPS sul 2019: sarà un anno bellissimo, da dopo le elezioni europee.
Finalmente buone notizie: cresce la produzione industriale, da fine aprile  reddito  di cittadinanza - richieste molto inferiori alle attese, per fortuna - e quota 100 - più dal privati che dal pubblico - verranno messi in pagamento.

 Cambiate le teste dei due enti di Stato: uno a Cinquestelle (INPS) l'altro a Lega ( ISTAT) le cose in Italia vanno meglio, molto ma molto meglio.

 E' come se l'Italia, non improvvisamente ( secondo il Governo del cambiamento) ed imprevedibilmente (a dispetto dei gufi) avesse messo il turbo, e fatto il pieno di carburante per correre. Sicuramente fino al 26 maggio. Fino a quella data nessun ostacolo fermerà la ricrescita spensierata ed inattesa del nostro paese. 

E poi? Basterà aspettare un mese ancora e si arriverà il secondo semestre, quello che, a detta del Governo gialloverde, aprirà all'Italia cieli nuovi e terre nuove: sereno stabile e sole splendente nei cieli e terra dove scorre latte e miele senza intervento umano. Anche perchè quelli aventi diritto al reddito di cittadinanza dovranno prima formarsi e poi attendere che arrivi loro un posto di lavoro.

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