giovedì 25 aprile 2019

In difesa di Virginia Raggi, anche Moni Ovadia che si è unito al Collegio di difesa della sindaca, costituito dai giornalisti del Fatto Quotidiano

Chi ha letto nei giorni scorsi  il forum  della redazione del Fatto con la sindaca Raggi, pronta a rispondere alle domande dei giornalisti, sicuramente non si sarà meravigliato. Perchè è da tempo che quel giornale  è diventato l'house organ dei Cinquestelle, e il collegio di difesa dell'operato del MoVimento, in particolare della sindaca di Roma, indifendibile.

 Rifiuti, buche, parchi pubblici trasformati in savane, alberi secolari che cadono come pere, trasporti pubblici inefficienti e mezzi in fiamme, centri raccolta  rifiuti inceneriti, metropolitane in tilt con stazioni centrali chiuse da mesi (ieri, provocatoriamente, i commercianti hanno festeggiato i sei mesi di chiusura della stazione Repubblica... e si potrebbe continuare, sono i segni del buon governo romano cinquestelle?

Già. Che colpa ha la sindaca, ripetono da tempo quelli del Fatto, se, povera, ha ereditato una città in dissesto? Sì vero, ma mai dissestata quanto ora.  E, proseguendo, il passato  amministrativo capitolino la sindaca lo porterà ancora a giustificazione del suo inefficiente governo, anche  quando scadrà il suo mandato, cioè dopo cinque anni di amministrazione? 
Meglio un Commissario per una intera legislatura, se dobbiamo giustificare l'incapacità della sindaca  con la situazione precedente il suo arrivo, allo scopo di azzerare l'esistente.

Il Fatto, nella sua crociata pro Raggi, ha incluso anche il Governo gialloverde: i Cinquestelle al governo non sbagliano un colpo, e quelli che possono apparire colpi mancati, la colpa è solo e sempre di Bullo-Salvini, e non anche mai di Spaccone-Di Maio e Bambola-Conte. Pretendiamo che i poveri Cinquestelle facciano miracoli? Anche loro hanno ereditato un paese alla frutta.

Insomma anche per il Governo del paese, il Fatto propone una soluzione  da libro della fantasia: facciamo che il paese per un quinquennio, non abbia un governo, e sia in balia di se stesso ( tanto peggio di così non può andare) in modo da cancellare  tutto il passato, e poi rimettiamo al governo i Cinquestelle, anche senza Salvini, e allora faranno il miracolo!

Adesso, a fianco del Fatto, in difesa della Raggi è scesa la Boldrini - "la sindaca va criticata ma non va imbruttita sulla copertina di un settimanale come ha fatto L'Espresso" - ed anche Moni Ovadia che non batte regolarmnete la Capitale, e dunque non conosce i suoi problemi resi ancora più drammatici dal governo della Raggi, e pure si pronuncia in suo favore perché vede contro di lei  una ben architettata campagna denigratoria.  

A scanso di equivoci e perché la sua difesa non venga male interpretata il noto attore scrittore dichiara di non aver votato per i Cinquestelle, di essere di 'sinistra sinistra', ma di essere tuttavia indignato per la campagna di diffamazione  nei riguardi della Raggi. La quale - e ritorna l'argomento principe di difesa che troviamo anche nella memoria difensiva, quasi giornaliera, del Fatto - ha ereditato una città in disarmo, che, comunque la si pensi, è quasi ingovernabile.

 Anche per Ovadia, dunque, i Cinquestelle  che si sono sacrificati, offrendosi per salvare il paese e la sua Capitale, hanno vistosamente mancato  l'obiettivo solo perchè Roma come l'Italia hanno bisogno di essere rivoltati come un pedalino,  e per questo ci vuole insomma una cura da cavallo? 

Perchè, allora, si sono sacrificati loro, candidandosi? Potevano lasciare l'ingrato compito ad altri. Questo è ciò che si rimprovera loro. Adesso che hanno dimostrato di essere incapaci a cambiare il Paese e la sua Capitale, come avevano promesso di fare dichiarandosene capaci, perchè restano al potere, dilungandone oltre misura l'agonia? Meglio gettare la spugna.
 Ma per il Fatto e Moni Ovadia, non è così, la sindaca per loro sta facendo bene, ha solo cattiva stampa.

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