L'Unità
«Ora vorrei comprare l'Unità». Così Michele Santoro in una intervista al Corriere della Sera. «È una notizia. Una notizia importante, perché riguarda il futuro di una testata storica, non solo per la sinistra ma per l'informazione italiana, e dei lavoratori, giornalisti e poligrafici, che ad essa sono ancora legati». A sottolinearlo è il Comitato di redazione de L'Unità.
«Riportare in edicola il giornale fondato da Antonio Gramsci – si legge in una nota – è un impegno che da due anni le organizzazioni sindacali – la Fnsi, le associazioni territoriali, il Cdr – stanno portando avanti, con la consapevolezza che questa vicenda va ben oltre il pur importante ambito sindacale, perché essa parla ad un mondo della sinistra, una sinistra plurale, al mondo del lavoro, alle sue organizzazioni rappresentative, che nel ricostruire un proprio radicamento, per innovare la propria identità, per far vivere valori e principi che ne sono a fondamento, ha bisogno di una voce autorevole come per oltre 90 anni è stata l'Unità e come potrebbe tornare ad esserlo. Lo abbiamo detto e scritto innumerevoli volte. E torniamo oggi a ribadirlo. Oggi che siamo giunti ad una stretta decisiva nel confronto con l'attuale proprietà, l'Unità srl. Oggi che l'affermazione di Michele Santoro riaccende i riflettori mediatici su l'Unità, in termini propositivi, non da gossip alla Lele Mora».
«L'Unità – ricorda il Cdr – è un patrimonio della sinistra, e di una comunità che anche in questi durissimi anni, non ci ha fatto mai mancare solidarietà e sostegno per una battaglia che sentiva propria. L'Unità, il suo futuro, è un fatto politico, prim'ancora che industriale. E come tale interroga i protagonisti, a sinistra, della politica, come il segretario del Partito democratico, Nicola Zingaretti. Il 30 di giugno, scadranno i due anni di Cassa integrazione. Dal giorno dopo, per giornalisti e poligrafici de l'Unità è disoccupazione. Stiamo battendoci per salvare quanti più possibili posti di lavoro e garantire i più solidi ammortizzatori sociali. Noi faremo la nostra parte. Ma sappiamo che il futuro de L'Unità non dipende solo e tanto da noi. Michele Santoro ha dichiarato un impegno. Non può cadere nel vuoto». (Agi)
«Riportare in edicola il giornale fondato da Antonio Gramsci – si legge in una nota – è un impegno che da due anni le organizzazioni sindacali – la Fnsi, le associazioni territoriali, il Cdr – stanno portando avanti, con la consapevolezza che questa vicenda va ben oltre il pur importante ambito sindacale, perché essa parla ad un mondo della sinistra, una sinistra plurale, al mondo del lavoro, alle sue organizzazioni rappresentative, che nel ricostruire un proprio radicamento, per innovare la propria identità, per far vivere valori e principi che ne sono a fondamento, ha bisogno di una voce autorevole come per oltre 90 anni è stata l'Unità e come potrebbe tornare ad esserlo. Lo abbiamo detto e scritto innumerevoli volte. E torniamo oggi a ribadirlo. Oggi che siamo giunti ad una stretta decisiva nel confronto con l'attuale proprietà, l'Unità srl. Oggi che l'affermazione di Michele Santoro riaccende i riflettori mediatici su l'Unità, in termini propositivi, non da gossip alla Lele Mora».
«L'Unità – ricorda il Cdr – è un patrimonio della sinistra, e di una comunità che anche in questi durissimi anni, non ci ha fatto mai mancare solidarietà e sostegno per una battaglia che sentiva propria. L'Unità, il suo futuro, è un fatto politico, prim'ancora che industriale. E come tale interroga i protagonisti, a sinistra, della politica, come il segretario del Partito democratico, Nicola Zingaretti. Il 30 di giugno, scadranno i due anni di Cassa integrazione. Dal giorno dopo, per giornalisti e poligrafici de l'Unità è disoccupazione. Stiamo battendoci per salvare quanti più possibili posti di lavoro e garantire i più solidi ammortizzatori sociali. Noi faremo la nostra parte. Ma sappiamo che il futuro de L'Unità non dipende solo e tanto da noi. Michele Santoro ha dichiarato un impegno. Non può cadere nel vuoto». (Agi)
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