Patrimoniale no, aumento dell'Iva nemmeno perché non c'è il "sostegno della maggioranza", flat tax sì ma progressiva. Sono tre punti fissati dal ministro dell'Economia Giovanni Tria, a "Mezz'ora in più" di Lucia Annunziata su altrettante questioni fiscali di cui si discute nel Governo. Se da un lato c'è la netta contrarietà a una imposta patrimoniale - che fa "danni anche solo a parlarne" - e c'è la contrarietà "politica" all'aumento dell'Iva sebbene dal "punto di vista scientifico" Tria si dica d'accordo con una imposizione fiscale più spostata sui consumi e meno sui redditi, dall'altro c'è una posizione di apertura verso la Flat Tax, seppur "progressiva" attraverso il sistema di detrazioni e deduzioni che di fatto andrebbe a rendere meno piatta la tassazione
"Non c'è il rischio" che il Governo introduca una imposta patrimoniale "e sono contrario perché colpirebbe al cuore dei risparmi degli italiani e avrebbe impatto distruttivo sui consumi e sulla crescita. Solo parlarne causa una tale incertezza che è un danno per l'economia, bisogna stare attenti solo a parlarne perché si crea solo allarme", ha detto il ministro Tria. "La maggioranza di governo", prosegue, "è contraria a un aumento dell'Iva", ma aggiunge che dal punto di vista scientifico "credo che bisogna spostare sempre di più le imposizioni fiscali sui consumi come l'Iva che sui redditi". Infine, quanto alla Flat tax, "per me concettualmente va bene. Prima di diventare ministro, ho scritto anche a favore della flat tax. Ovviamente bisogna mantenere la progressività" per rispettare "il dettato costituzionale".
"L'immagine dell'Italia che ho avuto in questi giorni non allarma più nessuno. E' cambiato il clima di questi incontri: in quelli collegiali di Italia non si è parlato, in quelli bilaterali si è parlato in parte di aggiornamento delle nostre previsioni ma sempre di temi globali. Una discussione non rituale: si è parlato veramente in questi incontri, ho ascoltato e sono stato ascoltato con interesse", ha aggiunto in merito alla sua visita al Fondo Monetario Internazionale.
"Siamo in una situazione di forte incertezza sulla crescita" a livello globale, e non è escluso che nella seconda parte dell'anno il rallentamento dell'economia mondiale prosegui, ha detto il Ministro spiegando il fatto che nel secondo semestre "lo scenario potrebbe rivelarsi peggiore" e quindi sono necessari sforzi a livello globale per contrastare questo andamento. "Non siamo in recessione - ha spiegato il Ministro - siamo in presenza di un rallentamento e speriamo che nella seconda parte dell'anno si rafforzino segnali di ripresa" ma sono "possibili" rischi che invece il rallentamento dell'economia prosegui e si rafforzi.
"L'Italia ridurrà il gap di crescita rispetto alla Germania e all'Ue. E' un po' un paradosso ma ciò significa che quello che sta accadendo non riguarda solo l'Italia. C'è un rallentamento forte della Germania", ha proseguito. "Nell'anno in corso non ci saranno manovre correttive. Quanto è stato deciso nella legge di bilancio verrà attuato".
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