Senza
voler andare troppo indietro nel tempo - pensiamo, ad esempio, a
certe funzioni religiose in chiese particolarmente grandi ed
architettonicamente stimolanti, che so, nel Duomo di Salisburgo, o
nella Parigi ai tempi di Berlioz - nel secolo scorso è scoppiata la
passione per i grandi numeri nella musica, che solitamente sono da
riferirsi al numero degli esecutori. Il più delle volte di esecutori
'impiegati', prima e piuttosto che di esecutori 'richiesti', talvota
degli uni e degli altri. Come nell'esempio più noto della Sinfonia
n.8 di Mahler, detta 'dei Mille' ( scritta nel 1906, tenuta a
battesimo dall'autore nel 19010, a Monaco), nella quale, oltre un
organico orchestrale ampio, partecipano solisti di canto, ben sette,
un doppio coro misto ed un coro di voci bianche ; che, insieme, in
quel concerto memorabile del 12 settembre 1910, raggiunsero quota
1000.
Una
delle tante provocazioni numericamente significative ma
economicamente non altrettanto costose, la fece Gyogy Ligeti con il
suo Poema
sinfonico per 100 metronomi (1962),
scritto per il Gruppo dadaista Fluxus . Una provocazione nient'altro.
A
giocare con i numeri, dopo Ligeti, è stato un pianista - compositore
fiorentino, Daniele Lombardi che nel 1987 scrisse una Sinfonia
per 21 pianoforti, eseguita
in Via Tornabuoni a Firenze, con gli strumenti, tutti da concerto,'a
coda', schierati lungo la strada.
Nel
1999, a dieci anni esatti dalla caduta del Muro di Berlino,
Rostropovich volle riunire una schiera di violoncellisti, quasi 200,
per ricordare la sua storica esibizione sotto il muro, appena tirato
giù, di dieci anni prima.
Una
assoluta novità fu, invece, l'anno appresso, l'ormai celebre brano
di Salvatore Sciarrino, eseguito per la prima volta nel Duomo di
Città di Castello, intitolatoStudi
per l'intonazione del mare, che
prevedeva solisti vocali e strumentali, più 100 flauti e 100 sax, e
così spiegato dall'autore: “... La composizione è basata
sull'infinito rispondersi tra piccolo e grande. V'è certo un lato
spettacolare, offerto dal numero degli esecutori. Ma esso diviene
secondario dinanzi della musica o all'incanto dei giganteschi
fenomeni acustici naturali quali si ottengono dal moltiplicarsi di
minuscoli suoni...”.
Dopo
Sciarrino, si registrano altri casi in cui il numero degli esecutori
gioca un ruolo importante, anche se, in molti di essi più che la
composizione, era la massa di esecutori a prevalere nella concezione
della stessa.
Teorizzò
l' uso di grandi masse, ad esempio, Sollima il quale nel suo 100
violoncelli (2013), concepito
in coppia con Enrico Melozzi, spiegò che trattavasi della
'promozione di forme di creatività musicale non esclusivamente
legate all'esecuzione di repertori esistenti'.
Come,
al contrario, fu la 'carica' dei 50 pianoforti verticali e digitali (
2012) guidata da Lang Lang , nell'Auditorium di Roma (per Santa
Cecilia) con 100 pianisti giovanissimi che tentarono di 'andare
insieme' nella marcia
turca mozartiana
come in altri brani del grande repertorio.
A
mezza strada fra l'eseprimento di Sollima e il divertimeno di Lang
Lang, l'esibizione delle 100 chitarre elettriche a Ravenna, per
l'omonimo festival ( dove pure si ebbe la prima di 100
violoncelli), in
occasione del congresso mondiale della chitarra. Non sappiamo della
composizione - sempre che ve ne sia stata una degna di rilievo, ma forse no - mentre
della concertazione e dell'esecuzione si sa che venne affidata alla
direzione di Tonino Battista.
Ha
superato ogni primato precedente, il concerto più grande del mondo
che ha avuto luogo a Trieste in occasione della 'Barcolana' 2018 e che
ha schierato 2000 flauti ad accompagnare le 2000 vele in gara. Il
brano eseguito 'Barcolana', scritto da Sivilotti, richiese la
presenza di ben sette direttori. E' evidente che si trattò di una
grande festa di piazza a suon di musica. Nient'altro che questo.
Quale
sorpresa, infine, ci riservi la Visione
musicale immaginata
da Giorgio Battistelli per l'inaugurazione del prossimo Maggio
Musicale Fiorentino, il 2 maggio, e in coincidenza dei festeggiamenti
per i 500 anni dalla nascita di Leonardo, ancora non ci è dato
sapere, né quelli del Maggio hanno voluto rivelare alcunchè, oltre
il fatto che verrà eseguita sulla grande spianata antistante il
nuovo Teatro del Maggio, per la mole degli strumentisti richiesti.
Per
ora sappiamo solo che l'organico previsto è mastodontico: 500 –
sì, avete capito bene, 500, come gli anni trascorsi dalla morte del grande genio italiano - e un gruppo di percussioni. C'è da
immaginare che il geniale compositore abbia previsto di dislocare a
gruppi, ma sempre nutriti, gli ottoni e le percussioni per ottenere
effetti 'responsoriali' e di eco. L'attesa, almeno a livello di
curiosità, sarà certamente compensata. Anche per la musica ne sarà
valsa la pena?
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