martedì 16 aprile 2019

La passione per i grandi numeri ha contagiato anche i musicisti. Ora Giorgio Battistelli intende stracciare ogni record precedente


Senza voler andare troppo indietro nel tempo - pensiamo, ad esempio, a certe funzioni religiose in chiese particolarmente grandi ed architettonicamente stimolanti, che so, nel Duomo di Salisburgo, o nella Parigi ai tempi di Berlioz - nel secolo scorso è scoppiata la passione per i grandi numeri nella musica, che solitamente sono da riferirsi al numero degli esecutori. Il più delle volte di esecutori 'impiegati', prima e piuttosto che di esecutori 'richiesti', talvota degli uni e degli altri. Come nell'esempio più noto della Sinfonia n.8 di Mahler, detta 'dei Mille' ( scritta nel 1906, tenuta a battesimo dall'autore nel 19010, a Monaco), nella quale, oltre un organico orchestrale ampio, partecipano solisti di canto, ben sette, un doppio coro misto ed un coro di voci bianche ; che, insieme, in quel concerto memorabile del 12 settembre 1910, raggiunsero quota 1000.

 Una delle tante provocazioni numericamente significative ma economicamente non altrettanto costose, la fece Gyogy Ligeti con il suo Poema sinfonico per 100 metronomi (1962), scritto per il Gruppo dadaista Fluxus . Una provocazione nient'altro.

 A giocare con i numeri, dopo Ligeti, è stato un pianista - compositore fiorentino, Daniele Lombardi che nel 1987 scrisse una Sinfonia per 21 pianoforti, eseguita in Via Tornabuoni a Firenze, con gli strumenti, tutti da concerto,'a coda', schierati lungo la strada.

Nel 1999, a dieci anni esatti dalla caduta del Muro di Berlino, Rostropovich volle riunire una schiera di violoncellisti, quasi 200, per ricordare la sua storica esibizione sotto il muro, appena tirato giù, di dieci anni prima.

Una assoluta novità fu, invece, l'anno appresso, l'ormai celebre brano di Salvatore Sciarrino, eseguito per la prima volta nel Duomo di Città di Castello, intitolatoStudi per l'intonazione del mare,  che prevedeva solisti vocali e strumentali, più 100 flauti e 100 sax, e così spiegato dall'autore: “... La composizione è basata sull'infinito rispondersi tra piccolo e grande. V'è certo un lato spettacolare, offerto dal numero degli esecutori. Ma esso diviene secondario dinanzi della musica o all'incanto dei giganteschi fenomeni acustici naturali quali si ottengono dal moltiplicarsi di minuscoli suoni...”.

Dopo Sciarrino, si registrano altri casi in cui il numero degli esecutori gioca un ruolo importante, anche se, in molti di essi più che la composizione, era la massa di esecutori a prevalere nella concezione della stessa.
Teorizzò l' uso di grandi masse, ad esempio, Sollima il quale nel suo 100 violoncelli (2013), concepito in coppia con Enrico Melozzi, spiegò che trattavasi della 'promozione di forme di creatività musicale non esclusivamente legate all'esecuzione di repertori esistenti'.

Come, al contrario, fu la 'carica' dei 50 pianoforti verticali e digitali ( 2012) guidata da Lang Lang , nell'Auditorium di Roma (per Santa Cecilia) con 100 pianisti giovanissimi che tentarono di 'andare insieme' nella marcia turca mozartiana come in altri brani del grande repertorio.

 A mezza strada fra l'eseprimento di Sollima e il divertimeno di Lang Lang, l'esibizione delle 100 chitarre elettriche a Ravenna, per l'omonimo festival ( dove pure si ebbe la prima di 100 violoncelli), in occasione del congresso mondiale della chitarra. Non sappiamo della composizione - sempre che ve ne sia stata una degna di rilievo, ma forse no - mentre della concertazione e dell'esecuzione si sa che venne affidata alla direzione di Tonino Battista.

Ha superato ogni primato precedente, il concerto più grande del mondo che ha avuto luogo a Trieste in occasione della 'Barcolana' 2018 e che ha schierato 2000 flauti ad accompagnare le 2000 vele in gara. Il brano eseguito 'Barcolana', scritto da Sivilotti, richiese la presenza di ben sette direttori. E' evidente che si trattò di una grande festa di piazza a suon di musica. Nient'altro che questo.

Quale sorpresa, infine, ci riservi la Visione musicale immaginata da Giorgio Battistelli per l'inaugurazione del prossimo Maggio Musicale Fiorentino, il 2 maggio, e in coincidenza dei festeggiamenti per i 500 anni dalla nascita di Leonardo, ancora non ci è dato sapere, né quelli del Maggio hanno voluto rivelare alcunchè, oltre il fatto che verrà eseguita sulla grande spianata antistante il nuovo Teatro del Maggio, per la mole degli strumentisti richiesti.
Per ora sappiamo solo che l'organico previsto è mastodontico: 500 – sì, avete capito bene, 500, come gli anni trascorsi dalla morte del grande genio italiano - e un gruppo di percussioni. C'è da immaginare che il geniale compositore abbia previsto di dislocare a gruppi, ma sempre nutriti, gli ottoni e le percussioni per ottenere effetti 'responsoriali' e di eco. L'attesa, almeno a livello di curiosità, sarà certamente compensata. Anche per la musica ne sarà valsa la pena?


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