Lo schema dello scontro a distanza tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini si rinnova anche all'indomani del Cdm che in un clima di tensione altissima ha prodotto l'ennesimo compromesso al ribasso sul Salva-Roma dentro il Decreto Crescita. Il day after riparte da uno schema consolidato: i 5 stelle che attaccano la Lega sul caso del sottosegretario Armando Siri, i leghisti che attaccano M5S sulla cattiva amministrazione della sindaca di Roma Virginia Raggi. In questo clima da Palazzo Chigi trapela che sarà Giuseppe Conte a decidere sul destino di Siri, dopo aver parlato con lui.
Di Maio da Taranto rinnova la richiesta di un passo indietro a Siri. "Quello che noi stiamo chiedendo sul caso Siri è un ulteriore atto di fiducia, perché questa fiducia va rinnovata con i gesti concreti. Io e Matteo Salvini abbiamo fatto grandi cose insieme in questi primi mesi di governo. Abbiamo anche rischiato processi, procedure di infrazione comunitaria e tanto altro. E abbiamo fondato questo Governo sul rapporto di fiducia che si è concretizzato tra noi nella firma di quel Contratto di Governo" afferma il vice premier M5S. "Se la Lega non c'entra niente con queste accuse che vengono mosse a Siri, e che, al di là dei rilievi penali, hanno dei problemi politici perché stiamo parlando di norme fatte per conto di qualcuno sull'eolico da un sottosegretario che si occupa di trasporti, la Lega dimostri la propria estraneità a questi fatti presunti allontanando Siri dal governo. Perché altrimenti io comincio a preoccuparmi nel vedere la Lega e Salvini difendere a spada tratta Armando Siri che, per assurdo, io sono sicuro che sarà innocente".
Sulla tenuta del Governo, Di Maio chiede uno Stop alle polemiche, aggiungendo che così "il Governo va avanti altri 4 anni. Ogni ministro deve pensare a fare il suo e il M5S vuole andare avanti per altri 4 anni. È un esecutivo che può cambiare davvero le cose e noi ci crediamo. Quindi abbandoniamo anche i vittimismi". E aggiunge: "Non mi è mai piaciuto che tira il sasso e poi nasconde la mano. Io sono sempre stato abituato a metterci la faccia davanti ai problemi. Mettiamocela insieme e cambiamo il Paese".
Dal canto suo, Salvini respinge i sospetti di collusione con la criminalità organizzata: "Il mio nome non può essere accostato in alcun modo alla mafia, si sciacqui la bocca chi parla di Lega in relazione alla mafia. Il sottosegretario Siri? Abbiamo piena fiducia nella magistratura che farà bene e velocemente il suo lavoro. Non c'è stata richiesta di dimissioni da parte di Conte". Alla domanda se il Governò andrà avanti, Salvini risponde: "Chiedete agli amici 5 stelle", però aggiunge che "mi sono impegnato a non rispondere più alle provocazioni anche oggi ho letto tra le 5 e le 10 dichiarazioni contro di me. I ministri e i deputati della Lega hanno avuto indicazione di non replicare. Per quello che mi riguarda lavorerò per l'Italia nei prossimi anni e spero che anche gli altri vogliano lavorare". Il ministro dell'Interno poi punzecchia ancora una volta la sindaca di Roma, Virginia Raggi: "Nessuna polemica con i cittadini di Roma, che hanno tutta la mia solidarietà perché meritano una città più pulita ed efficiente. Non c'è bisogno solo di soldi ma di un'amministrazione efficiente e funzionante" dice il ministro dell'Interno dal Viminale. "Stiamo lavorando come Lega per Roma Capitale perché i cittadini non meritano le scene che hanno visto a Termini. Gli sforzi che abbiamo fatto per Roma non li abbiamo fatti per nessuna altra città".
Il Movimento 5 stelle torna alla carica, proprio su uno degli argomenti più cari a Salvini: l'immigrazione clandestina. "Sorprendono le parole del ministro dell'Interno sui 90mila irregolari in Italia, visto che fu proprio lui a scrivere nel contratto di governo il numero di 500mila irregolari. Che tra l'altro è il numero reale, confermato da molte organizzazioni. Non capiamo il senso di dover anche smentire ciò che è riportato nel contratto di governo, forse perché sui rimpatri non è ancora stato fatto nulla?", dicono fonti M5S.
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