venerdì 13 ottobre 2023

Dall'Ongaro minimizza le accuse. Ma da una sfiducia può nascere l'invito a farsi da parte. Accadde così anche a Cagli, quando l''Accademia si disse in disaccordo con il nuovo statuto. Fu costretto a lasciare, anche se dopo vi fece ritorno ancora

 Dunque la quasi totalità dei dipendenti dell'Accademia che, alla fine dei conti, significa in buona parte la sua orchestra e coro, riuniti in assemblea sindacale invia al sovrintendente dall'Ongaro, una lettera di sfiducia (perchè è rimasta segreta,  perchè di essa non v'è traccia in nessun luogo?  l'Accademia non è finanziata con soldi pubblici? perchè dunque atti importanti riguardanti la sua gestione sono secretati?), nella quale gli rimproverano il calo preoccupante del pubblico. Quant'è questo calo?

 Dall'Ongaro nella telegrafica lettera di risposta che abbiamo ripreso dai giornali ( non dal sito dell'istituzione dove non v'è traccia di essa ) pubblicato nel post precedente,  dice che un aumento c'è stato rispetto alla stagione precedente, ma di quanto non lo dice, insinuando il dubbio che intento dei dipendenti è  sfiduciare il sovrintendente,  quando raccontano di un 'calo preoccupante' che, a detta di dall'Ongaro non c'è. 

 Mentre l'Accademia, e qui dall'Ongaro-pavone fa la ruota e precisa, ha subìto, causa Covid meno danni di tutte le altre istituzioni musicali: -30%; mentre l'Accademia :-22%. 

 Insomma quando c'è da lodarsi si sbroda dall'Ongaro e fornisce dati precisi, quando invece deve fare mea culpa lascia le cose nell'imprecisione. Il pubblico dopo il Covid è cresciuto, dice, ma di quanto gli resta sulla punta della lingua. Per fare allarmare i sindacati, potrebbe essere cresciuto, alla stregua del Pil italiano in anni recenti, e cioè dello 0,...% , cioè  neanche un punto.

 C'è poi la questione della nomina a tempo - per un anno - dell'assistente del direttore musicale (o stabile o principale o ospite) dell'Accademia che di fatto non c'è. Come può dire dall'Ongaro di averne parlato con chi di dovere 'nelle sedi opportune', senza aver interpellato l'orchestra? Questa è una grave scorrettezza che potrebbe costar cara al noto sovrintendente, arrivato lì, e prima ancora  alla nomina di accademico, sappiamo come :via radio! -  lo abbiamo raccontato  già in questo blog.

A tale proposito, durante l'ultimo mandato di  Bruno Cagli alla Sovrintendenza,  all'Accademia arrivarono alcune lettere di denuncia firmate da accademici di rango, fra essi anche dal Cardinale Bartolucci, nelle quali si rimproverava a Cagli anche l'ascesa di dall'Ongaro in Accademia, dopo che scrutatori amici  lo avevano promosso accademico e lui, a conoscenza della storia, non aveva mosso un dito. Questa storia rivelataci per filo e per segno, con nomi e cognomi, da Irma Ravinale, addentro nei fatti, l'abbiamo anche questa raccontata. Potete leggerla. E la raccontammo anche per lettera allo stesso dall'Ongaro e Cagli, per far sapere loro che la notizia era arrivata fino alle mie orecchie.

 Ma prima di raccontarla su questo blog - dove chiunque può leggerla - la pubblicammo, ormai dieci anni fa, sulla rivista Music@ che dirigevamo. Quel  numero della rivista, ultima della nostra direzione,  per un'insana sciagurata decisione dell'allora direttore del Conservatorio dell'Aquila, Piermarini, ( che ne era formalmente l'editore) non uscì come tutte le altre, benché fosse già in tipografia.

Noi, comunque, ne facemmo stampare, a nostre spese, alcune decine di copie che inviammo alle biblioteche ed alle più importanti istituzioni musicali che avevano regolarmente ricevuto  tutti gli altri numeri. Alla biblioteca dell'Accademia di Santa Cecilia ( Bibliomediateca) la consegnammo brevi manu all'allora direttrice Annalisa Bini, divenuta 'accademica' sotto la presidenza di dall'Ongaro, perchè completasse la collezione. Dopo sette, otto mesi da quella consegna, per curiosità, andammo a guardare gli scafali dove erano conservate, nella bibliomediateca, le riviste e notammo che proprio quel numero non era stato ancora collocato. Chiedemmo spiegazione alla Bini: la risposta fu che non aveva ancora avuto il tempo di catalogarla. Crediamo che quel tempo non lo ebbe mai anche dopo e prima della pensione, perchè avrebbe dovuto mettere  in vista  il  numero di Music@ che accusava il 'suo' sovrintendente/ benefattore. 

 Ora è cambiato il direttore della Bibliomediateca, che è Renato Meucci, che conosciamo da tempo e che qualche volta ha anche scritto su una rivista da noi diretta. Avrà trovato il tempo, almeno lui, dopo anni e anni? Temiamo che lo stia ancora cercando. Comunque troveremo il tempo, almeno noi, per fare un salto alla Bibliomediateca e verificare. E se l'ha trovato il tempo di mettere al suo posto quel numero di Music@, state pur certi che ve lo diremo. 


9 commenti:

  1. Caro Acquafredda, io non ho motivi per avercela con Dall'Ongaro, come non ne avevo con il suo predecessore. Mentre invece ho sempre avuto un'avversione viscerale nei confronti di Luciano Berio che, tra l'altro, considero responsabile al pari degl'incompetenti (politici, tecnici e sottopanza) che hanno gestito il cantiere dell'Auditorium, doppione per défaillances architettoniche, acustiche e funzionali dell'Opéra-Bastille. Detto questo, pur apprezzando moltissimo il programma della stagione che si è aperta il 12 ottobre scorso, sono rimasto basito davanti alla volgarità del concerto inaugurale. E mi dispiace che il maestro Iván Fischer si sia prestato a una tale operazione (come se non bastasse dirigere quelle abominevoli Feste Romane che screditano Respighi). Ma forse l'idea d'installare un mega schermo per proiettare quel video demenziale era un pretesto per ridurre di un terzo la capienza ed evitare vuoti visibili in sala (i quali c'erano ugualmente, compreso il sabato che è il turno di maggiore affluenza).

    RispondiElimina
  2. Capisco. Visto che Lei ci è andato sa dirmi se poi è stato letto il documento dell'assemblea dei dipendenti che sfiduciava dall'Ongaro? e che diceva, sempre che sia stato letto?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Dall'Ongaro, credo che ci sia un malinteso, io non sono un dipendente dell'Accademia di Santa Cecilia, ma un semplice abbonato. Pertanto non posso darLe le informazioni che Lei mi ha gentilmente richiesto. Approfitto dell'occasione per segnalare che al concerto della Budapest Festival Orchestra di domenica sera la sala era semivuota. Giusto in alcuni punti della platea c'erano dei gruppetti di spettatori, per la maggior parte ungheresi, forse invitati dall'ambasciata o da sponsor. Per la prima volta in vent'anni non ho dovuto fare la fila per prendere l'ascensore.

      Elimina
  3. perchè scrive caro dall'Ongaro, in riposta ad un mio- acquafredda- post?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi scusi, caro Acquafredda, si tratta di un lapsus calami. O piuttosto freudiano.

      Elimina
  4. se sia stato letto o meno il documento di sfiducia al sovrintendente, questo lei può dirmelo, visto che era al concerto. grazie acquafredda

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non sono andato al concerto d'inaugurazione ma al turno del sabato, e in quell'occasione non è stato letto alcun comunicato.

      Elimina