venerdì 5 dicembre 2025

. Meloni sulla 'chiachiera' non la frega nessuno. Ma sull'aumento dei salari non la racconta giusta. Gli aumenti sono dovuti al rinnovo dei contratti non al Governo- come ha detto a Mentana( da Tuttolavoro 24, di Valentina Giampietro)

 

Giorgia Meloni al TG La7: “Salari cresciuti grazie al Governo”. Ma Commette un Grave Errore

Nel corso dell’edizione serale del TG La7, condotto da Enrico Mentana, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha risposto a una domanda del direttore sul tema dei salari italiani, considerati da tutti gli analisti internazionali troppo bassi rispetto all’Europa e spesso insufficienti a tenere il passo con l’inflazione. Di questo ne sono ben consapevoli i lavoratori stessi.

Di seguito il testo integrale delle parole di Giorgia Meloni in proposito:

“Il bilancio… ci poteva essere di più? C’è una prospettiva? Guardi, ad avere più soldi certo che ci poteva essere di più, ma nello stesso anno nel quale io faccio una legge di bilancio che vale 18,7 miliardi di euro, ne pago 40 miliardi di Superbonus.

E quindi, se le risorse non ci sono, quelle poche risorse in ogni caso io le ho concentrate sui salari, perché l’opposizione oggi scopre il problema.

Ma lei segnala che l’8,8% di calo dal 2021 è stato in gran parte accumulato nel ’21-’22, quando ci fu il picco straordinario dell’inflazione, se lo ricorda.

Dopodiché dal 2023, quando già c’era questo Governo, i salari hanno ripreso a crescere più dell’inflazione. Nel 2024 sono cresciuti del 2% e questa è una prima specifica che va fatta.

La seconda specifica che va fatta, direttore, è che quando l’Istat calcola il salario reale lo fa sul lordo del salario. Le misure che noi abbiamo fatto — il cuneo fiscale, l’accorpamento delle aliquote, il fringe benefit, la detassazione dei premi di produttività — incidono sul netto.

Nel calcolo che l’Istat fa sulla realtà del salario non considerano queste misure che noi abbiamo portato avanti. La realtà è un po’ diversa da queste statistiche.

È un lavoro che abbiamo ripreso a fare noi, che abbiamo concentrato gran parte delle risorse che avevamo proprio sulla difesa del potere d’acquisto dei cittadini e sul potenziamento dei salari.

Perché se avessimo aspettato l’attuale opposizione…

La precisazione necessaria: i salari sono cresciuti soprattutto grazie ai rinnovi dei contratti collettivi

La Presidente del Consiglio ha quindi rivendicato che, dal 2023, i salari sarebbero tornati a crescere “più dell’inflazione” grazie alle misure adottate dal Governo sul cuneo fiscale, sulla detassazione dei premi e sui fringe benefit.

Tuttavia, per completezza informativa, va ricordato un elemento decisivo della dinamica salariale italiana: gli aumenti degli ultimi anni derivano soprattutto dalla stagione dei rinnovi dei contratti collettivi di lavoro, che tra il 2022 e il 2024 hanno interessato: industria, commercio, artigianato, cooperazione, agricoltura.

Quasi tutti i principali CCNL sono stati rinnovati, spesso dopo anni di stagnazione (come nel CommercioTurismo, Servizi). È proprio la negoziazione sindacale – cioè gli accordi firmati tra organizzazioni datoriali e sindacati – ad aver prodotto incrementi tabellari significativi, che incidono in modo diretto sulla busta paga dei lavoratori.

Un grave errore istituzionale, per la Meloni – Presidente del Consiglio – , trascurare sul piano della comunicazione che nel nostro Paese sono gli accordi che firmano le rappresentanze delle imprese e i sindacati dei lavoratori a far salire i salari. Quella che si chiama “contrattazione collettiva”.

In altre parole:

➡️ Gli aumenti salariali non dipendono solo dalle misure fiscali del Governo, che incidono sul netto;

➡️ La componente principale degli incrementi è strutturale e deriva dai nuovi contratti collettivi, che fissano nuovi minimi e adeguamenti al costo della vita.

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