Conferito il mandato a una banca d'affari per trovare l'acquirente "giusto". Exor ha altri piani di sviluppo industriale
Il divorzio tra Repubblica e il gruppo Gedi è ormai nell’aria da settimane. E John Elkann, che ha già fatto un passo indietro nella governance, accelera per trovare un compratore. Secondo Il Giornale, Exor avrebbe già affidato a un’importante banca d’affari estera il compito di trovare un acquirente alla testata. Ma forse non solo quella. Potrebbe profilarsi infatti una dismissione di un’ampia parte degli asset dell’attuale conglomerato editoriale: via anche la concessionaria pubblicitaria Manzoni così come gran parte della batteria di testate cartacee controllate da Exor. L’unica a rimanere sotto il controllo degli eredi di casa Agnelli sarebbe, come da tradizione, La Stampa.
Le tre vie per vendere
Ma a chi vendere? La suggestione della cordata italiana (si fa il nome di Claudio Calabi, ex ad di Rcs e Sole 24 ore) c’è. Ma Elkann non ha chiuso nessuna porta. L’acquisizione sarebbe già stata proposta ad alcuni editori europei, e non si respinge neanche l’idea di uno sforzo ibrido Italia-estero. Sicuramente l’identikit del compratore è ben stabilito: un gruppo di livello, d’impronta progressista sul piano politico. Per permettere a Repubblica di chiudere il cerchio e ritornare ai valori politici e culturali delle origini. In questa direzione andava d’altronde il ribaltone ai vertici di un manciata di settimane fa, con l’addio di Maurizio Molinari e l’arrivo di Mario Orfeo alla direzione della testata, ma anche l’uscita di Elkann dalla presidenza del Gruppo Gedi, promuovendo nel suo ruolo Maurizio Scanavino e lasciando la sedia di Ad a Gabriele Comuzzo. Insomma, Elkann non sembra mai stato più pronto a salutare Repubblica.
Exor: Stellantis, il rosso di Repubblica e il futuro nella sanità
Altro paio di maniche è capire il perché di questa mossa. E su questo lato ci sarebbe forse bisogno di una duplice analisi. In primo luogo, i triti e ritriti problemi finanziari del Gruppo Gedi. La società ha registrato 166 milioni di perdite negli ultimi 4 anni, 103 milioni nell’ultimo anno. Un rosso a cui ha contribuito – e non poco – la crisi di Repubblica, perdendo il 10% di copie ad agosto (91mila al giorno). Ma Gedi non è l’unico neo di una holding che, nonostante tutto, nei primi sei mesi del 2024 ha messo in cassaforte un utile da 14,7 miliardi di euro. È evidente l’impatto negativo sulla famiglia Agnelli delle grane Stellantis-governo Meloni. Questo, forse, l’ultimo strattone che ha convinto Elkann a cedere parte del suo impero editoriale. Di grana ne basta una. Soprattutto quando è evidente, sottolinea Il Giornale, la volontà di Exor di trasferire il suo focus nella sanità. La holding degli Agnelli ha già il 17,5% del capitale in Philips, su cui ha investito 3,3 miliardi, e si contano anche altre partecipazioni. Addio Repubblica, tentennamenti nell’automotive – viste anche le evidenti difficoltà del settore tra elettrico e concorrenza cinese. E in tutto questo la società invecchia.
Nessun commento:
Posta un commento