martedì 7 maggio 2024

Impostor - titolo che non si riferisce nè a Vannacci e neppure a Salvini - si intitola lo spettacolo di danza di Tomas Moone. Allo Spazio Rossellini, via della Vasca Navale 58, Roma

 VERTIGINE

la stagione danza 2024 del Centro Nazionale di Produzione della Danza
ORBITA | SPELLBOUND

presenta

THOMAS NOONE
IMPOSTOR

Prima Assoluta
10 maggio ore 20.30
Spazio Rossellini
via della Vasca Navale, 58
ROMA

TRAILER

PREVENDITE

(Thomas Noone_Impostor)

(Thomas Noone_Impostor)

(Thomas Noone_Impostor)

Un viaggio alla scoperta di se stessi attraverso il dialogo con una perturbante marionetta.

Venerdì 10 maggio allo Spazio Rossellini di Roma, Vertigine – la stagione danza realizzata dal Centro Nazionale di Produzione della Danza Orbita | Spellbound curata da Valentina Marini – presenta in Prima Assoluta Impostor la nuova creazione di Thomas Noone, coreografo e danzatore londinese di nascita e spagnolo d’adozione, che da oltre 20 anni segna la danza contemporanea con il suo stile gestuale e corporeo davvero unico.

Ispirato da un racconto di Edgar Allan Poe del 1932 intitolato “Le Duc de l’Omelette", Impostor è un dialogo interiore, una conversazione con il proprio alter ego, immaginario o, all’apparenza, reale. È un esame di sé, volto a capire cos’è quello che consideriamo il nostro demone interiore, chi è quest’alter ego con cui parliamo, e come questi tinge la percezione del nostro Io. Ma pone anche il quesito sul fatto che, forse, non c’è nessun demone, e nessun alter ego, ma stiamo semplicemente iniziando a considerare, o forse a riconoscere, i nostri difetti, o la parte più buia di noi. La performance si rivela così come il rifiuto di una lettura della realtà basata sulla dicotomia bene-male e una presa di coscienza della complessità del mondo, una sorta di osservazione-meditazione alla ricerca del punto di equilibrio.

Nella performance non c'è un unico impostore, la questione è piuttosto chi sostituisce chi. Nell'opera inseguo l'idea della non dualità e che non ci sono assoluti, ma diverse posizioni tra le polarità, e come tali tutte le persone presenti costituiscono un'unica essenza. Questo si sposa a meraviglia con l'idea dell'animare una marionetta e crea una contraddizione visiva su chi controlla chi, chi occupa il ruolo di protagonista e chi semplicemente sta al gioco o è giocato. Per me è interessante osservare quando la presenza del mio corpo è necessaria per far vivere la marionetta e quando invece deve svanire sullo sfondo, è importante concentrarmi su questo spostamento di attenzione dal mio corpo di danzatore a quello dell'oggetto, eliminando le possibilità di ossessione sul sé.” (Thomas Noone)

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