Il cerchio alla fine si è chiuso come da previsioni. A 27 anni dal gran rifiuto, la “Spirale Aurea“ di Giò Pomodoro destinata a piazza Carducci ha trovato apprezzamento nel nord Italia e accoglierà i visitatori del prestigioso "inRiva Festival" in agenda da ieri fino al 22 luglio al castello di Riva di Ponte (Pc). Il castello è di proprietà di Sebastiano Grasso, nota “firma“ di origini siciliane che per 48 anni ha prestato servizio al Corriere della Sera, con l’opera installata in forma permanente.
"Laddove il pubblico fallisce – dice sconsolato Bruto Pomodoro, figlio dell’artista scomparso nel 2002 a 72 anni – il privato interviene. Per Pietrasanta è stata un’occasione persa: mio padre fece bene a lasciare la città per sempre dopo quel brutto episodio". Il riferimento è a quanto raccontato da La Nazione nel gennaio 2021, durante il restyling di piazza Carducci, quando Bruto si sfogò chiedendo il motivo per cui il progetto si arenò tra silenzi e ritardi. Il bozzetto in bronzo, realizzato nel ’96 alla fonderia “Mariani“, fu approvato dalla giunta Nicolai, sponsorizzato da due banche ed esposto al Sant’Agostino. "L’idea era nata dopo che il circolo ’Fratelli Rosselli’ assegnò a mio padre, nel ’94, il premio ’Pietrasanta e la Versilia nel mondo’ – racconta Bruto – con Nicolai che gli chiese di elaborare un progetto per piazza Carducci. La ’Spirale Aurea’, del valore commerciale di quasi 400mila euro, fu poi realizzata in pietra di Trani allo studio Angeli a Pozzi". Alta tre metri, consisteva in una colonna con una figura artistica collocata in cima. Le lastre di marmo per la futura pavimentazione erano già state tagliate, poi si alzarono i muri: "All’improvviso ci dissero che i commercianti erano contrari e mancava un supervisore tecnico. Mio padre, maestro di fama internazionale che aveva riqualificato le piazze di mezzo mondo, si sentì preso in giro e lasciò Pietrasanta, città che non lo hai mai tributato con una mostra". Lo stesso Nicolai, due anni fa, disse di aver accantonato il progetto a causa di altre priorità (dall’alluvione al crollo della palestra della scuola “Pascoli“) e della contrarietà da parte di commercianti, cittadini, storici e architetti a un’opera che da oggi potrà essere ammirata accanto al “Cavallo“ di Mimmo Paladino. "Ringrazio Grasso, autentico mecenate ed esperto d’arte – conclude Bruto – per aver dato giusto merito all’opera di mio padre".
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