sabato 17 giugno 2023

Arena di Verona. Una lunga serata, ed anche un pò della notte, per AIDA in mondovisione. Festival lirico n.100

 Anche ieri ad agitare le acque, nella serata veronese, la pioggerellina caduta per una decina di minuti, ancor prima che la rappresentazione dell'opera simbolo dell'Arena, Aida di Giuseppe Verdi, cominciasse.  Per fortuna la pioggia ha smesso e la rappresentazione è cominciata, Ma intanto si erano fatte quasi le 21,30, dopo che la diretta tv era cominciata più o meno un'ora prima, su Rai 1, dopo Vespa, in Mondovisione.

 Intanto, per il timore di dimenticarne più d'uno, vi faccimao l'elenco lunghissimo delle facce note e non, molte delle quali  fuori luogo, e per semplice passerella, si sono viste sfilare a fianco della Carlucci che - come ha detto Chiambretti - è una specie di 'Aida, che si sacrifica per la tv'- e noi aggiungiamo. inutilmente!

 Innanzitutto i due giannizzeri, al fianco della presentatrice, e cioè Alberto Angela ( che nella sua introduzione è partita da quando quelle terre erano funestate dai dinosauri, per arrivare poi alla presenza dei Romani che costruirono quell'arena prima del Colosseo di una trentina d'anni, e poi alla Valpolicella ecc...ecc...) e il Commissario Montalbano, cioè Zingaretti ( al quale dobbiamo il racconto della trama sintetico ma sentito ma efficace). Oltre la madrina della serata, Sofia Loren, al braccio dal ministro Sangiuliano, che è stata salutata con un lungo applauso, senza profferire parola, sono sfilati sulla passerella areniana Lino Banfi ("è la mia 'prima' Aida!"),  Nicoletta Mantovani vedova Pavarotti ( che ha accennato ad un'Aida del grande tenore alla Scala) ai tre de 'Il Volo', a Chiambretti, Iva Zanicchi, Gigliola Cinquetti, Morgan, Cecilia Gasdia, la padrona di casa (con quel suo tailleur argento, in tinta con la chioma, visto e rivisto) lodata dal ministro per la 'sana amministrazione', Di Bella, Amadeus con sua moglie Giovanna ( 'vieni avanti', l'ha chiamata la  Carlucci); Michele Placido & signora, e poi Matt Dillon ( 'ospiti internazionali!) con orgoglio mostrato; e qualche altro ancora di cui in questo momento non ci sovviene e poi...poi lei, Beatrice Venezi,  presenza fissa in ogni luogo in cui ci è il ministro o la premier;  e, fine, Gianmarco Mazzi, sottosegretario, veronese, sponsor della Gasdia. Nella loggetta sopra un ingresso, il gruppo di ministri e sottosegretari e i presidenti del Parlamento ( che non hanno parlato, grazie!) e il sindaco di Verona, Tommasi.

Molte chiacchiere   sia all'inizio, in attesa che la pioggia termini,  sia all'intervallo, durato una quarantina di minuti, dopo i primi due atti dell'opera.

 La Carlucci ha osato chiedere al ministro della penuria di risorse per le fondazioni liriche che rappresentano una delle nostre eccellenze nel mondo. E Sangiuliano, l'ha subito corretta: "voglio darle una buona notizia, queste criticità - il riferimento diretto era al Maggio Musicale Fiorentino -  le stiamo risolvendo" ( sarebbe stato opportuno chiedere al ministro: in cambio di cosa; ma non era il momento),

 Durante l'intervallo Zingaretti ha fatto una lunga chiacchierata con Antonio Albanese che curerà la regia del prossimo Rigoletto, dal 1 luglio in Arena.

 E, infine, c'è stato anche il passaggio delle 'Frecce tricolori' , per celebrare i primi cento anni dell'Aeronautica.

 E poi il via. Alberto Angela ha chiosato: "la A di Arena, si è sposata con la A di Aida". Ma che bella trovata.

 Veniamo ora allo spettacolo tv.  In omaggio al ritardato inizio, causa pioggia, anche la sottotitolazione è cominciata dopo una  decina di minuti (forse in regia,  il tecnico preposto, non si era accorto che l'opera era iniziata!), almeno un errore di scrittura  'angoscie', al posto di 'angosce' e in generale la scarsa leggibilità dei sottotitoli nei frequentissimi bianchi dei costumi: sarebbe stato sufficiente un sottilissimo filo nero in torno alle lettere).

 Certo uno spettacolo lirico offre molte più chances alla regia tv, di quanto non faccia un concerto sinfonico, e ieri sera gli spettatori potevano dirsi soddisfatti, anche perchè anche la regia dell'opera, affidata in tutto per tutto ( regia, scene, costumi, luci e coreografie) a Stefano Poda gli dava una mano. Palcoscenico praticamente spoglio, con un  grande gioco di luci e di costumi colorati, dal rosso, al nero al bianco, al metallico.

 Uno spettacolo  diversissimo dal solito, senza 'Egitto di cartapesta' come le prime edizioni dell'opera  e nel tempo, quelle tradizionali, ci hanno abituati, con il palcoscenico perennemente affollato- non si poteva fare altrimenti- e sovrastato da una 'manona', della cui presenza non abbiamo goduto, anche perchè non ci siamo affatto convinti della sua necessità. Le armi bandite dal palcoscenico, a favore di centinaia di mani issate su bastoni ( ma erano mozzate!).

 Qualche incongruenza, come quella di mostrate barelle con mummie in via di imbalsamazione, mentre Amneris tenta di  rubare ad Aida, il suo segreto sull'amore per Radames. Od anche quel tappeto di corpi nudi, nella penombra, che erano i prigionieri etiopi, durante la famosa scena del 'trionfo' .

 I protagonisti si muovevano con grande sicurezza in palcoscenico.

Per la parte musicale, infine, dopo aver apprezzato Armiliato che ha diretto tutta l'opera a memoria e tenendo insieme buca  e palcoscenico con sicurezza, applausi senza fine vanno rivolti alla grande protagonista  Anna Netrebko, ancora e sempre un 'miracolo di voce' - per fortuna niente pelle nera - un pò meno al Radames, che è poi suo marito nella vita, e applausi anche per Amneris, Amonasro, Ramfis e per il Re.

L'opera è terminata che era quasi l'una di notte, e la trasmissione tv dopo una decina di minuti.

 Due riflessioni a margine. Una offerta dal libretto, di tragica attualità. L'accusa che Amneris rivolge ai sacerdoti che condannano a morte Radamés, con spietatezza: " Nè di sangue son  paghi giammai/ e si chiaman ministri del ciel". Noi abbiamo subito pensato al patriarca di Mosca, Kirill, che benedice i soldati mandati  a morire in guerra e che non riesce a schierarsi a favore della pace, contro Putin.

 E l'altra che vale per ogni concerto o melodramma in tv. Perchè ci deve sempre essere la sfilata di personaggi che con la musica, quella musica, non c'entrano affatto, mentre non  si fa altrettanto ad un concerto rock, dove non si è mai visto invitato un musicista dell'altro versante, quello 'colto' per intenderci?

 Noi una risposta l'abbiamo. Perchè molti sono gli ignoranti in tv, i quali non credono nella attrattiva della musica, cosiddetta 'colta'. Sono rimasti gli unici a non crederci.

                                     *****

N.B.

 L'auditel, nonostante i proclami di Rai e Rai 1, non ha premiato l'Aida di Verona in mondovisione, se è stata vista da poco meno di 1.700.000 telespettatori, con uno share inferiore al 13% . Pur durando dalle  20.50 all'1 circa di notte.

 Che significa? Significa che l'opera cosi come si dà in teatro, suo luogo deputato, od anche all'Arena, non può darsi allo stesso modo  in tv.  Ciò vuol dire che in occasioni speciali, come quella di ieri, la tv debba passar sopra ai risultati auditel non esaltanti? No,  quelle occasioni ci devono essere, fottendosene dell'auditel. 

 Ma  la tv deve anche capire la lezione.

 Ripetiamo per l'ennesima volta che la riduzione che aveva effettuato nelle sue 60 puntate, in sei stagioni estive dal 1999 al 2004 per Rai 1, la trasmissione All'opera! era una strada possibile, e finora l'unica giusta, per portare l'opera in tv. Ma per quanto lo andiamo dicendo da tempo, dall'orecchio dal quale dovrebbero sentire, Rai Cultura e la sua direttrice, da quell'orecchio,  non ci sentono. Se quella trasmissione l'avesse concepita e realizzata, anche meno bene, un Walter Veltroni qualunque, forse allora, ce l'avrebbero riproposta fino alla noia.

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