La questione era di strettissima attualità un mese fa, quando l’ex ad della Rai Carlo Fuortes sembrava in procinto di ‘trasferirsi’ al San Carlo di Napoli come ricompensa per aver lasciato la sua poltrona al piano più alto di Viale Mazzini. Il diretto interessato, tuttavia, smentì tutto, dicendo che non c’erano le condizioni per un suo arrivo alla guida dell’ente lirico campano. Bene, a distanza di 30 giorni le condizioni ora ci sono. Con l’approvazione di ieri del Decreto Enti, infatti, è passata anche una norma che abbassa a 70 anni l’età limite per manager italiani e stranieri. Conseguenza? Ora potrà esserci la sostituzione di Stephane Lissner da soprintendente del Teatro San Carlo di Napoli. La conferma arriva direttamente dal sindaco di Napoli Gaetano Manfredi: “Si sta completando l’iter, siamo vicini ad avviare le procedure”. Alla domanda su quale iter sarà scelto per l’individuazione del prossimo soprintendente, Manfredi ha risposto: “Lo valuteremo nei prossimi giorni. Intuitu personae? È possibile anche quello”. A chi gli ha chiesto se avesse sentito Carlo Fuortes, citato di recente tra i “papabili” per il ruolo di nuovo soprintendente del San Carlo, Manfredi ha risposto: “Io sento tutti”.

Nessuna conferma e nessuna smentita, quindi, da parte del primo cittadino. Chi invece ha attaccato duramente tutto l’impianto del Decreto Enti è stata l’Alleanza Verdi e Sinistra per voce del senatore Tino Magni: “Nell’aula del Senato è stata scritta un’altra pagina nera per la democrazia. Questo provvedimento è illegittimo nel metodo e nel merito. Nel metodo – ha detto – perché ancora una volta il Governo Meloni ha usato lo strumento del decreto legge per faccende di ordinaria amministrazione, su cui è stata messa l’ennesima fiducia, riducendo i parlamentari a semplici notai. Nel merito – ha continuato – perché si tratta di norme contro la Costituzione, che cancellano con un tratto di penna i vertici di Inps e Inail, senza tener conto dei veri problemi del Paese. Alleanza Verdi e Sinistra voterà no alla fiducia e ad un decreto arrogante”.

Magni poi ha spiegato il suo punto di vista: “Dopo le leggi ad personam, con questo provvedimento siamo arrivati alle leggi contra personam: incarichi che vengono asserviti all’orientamento politico del Governo, a prescindere dalle scadenze. Emblematica – ha precisato – la norma che abbassa a 70 anni l’età limite per svolgere la funzione di direttore nei teatri lirici, costruita ‘ad hoc’ per cacciare Stèphane Lissner, direttore del San Carlo di Napoli, quando per gli istituti di credito sportivo l’età è innalzata a 72 anni. Non basta vincere le elezioni per poter fare ciò che si vuole – ha concluso – Un atteggiamento di arroganza che non è più tollerabile“.