Putin studia la vendetta: per Prigozhin è pronto il “metodo Navalny”
«È soltanto l’inizio», dicono esponenti delle forze dell’ordine. Non sono i soli. In Russia sono in pochi a credere che il confronto tra il presidente tradito Vladimir Putin e il suo “macellaio” ribelle Evgenij Prigozhin sia finito qui. Entrambi hanno appreso, ciascuno a modo suo, il “codice della strada” nei bassifondi di Leningrado, oggi San Pietroburgo.
Ufficialmente, dopo giorni di stallo, il negoziato sarebbe giunto a una conclusione. Nello stesso momento in cui il jet privato di Prigozhin atterrava a Minsk e i suoi uomini si apprestavano a consegnare i mezzi di combattimento pesanti alle forze armate regolari, l’Fsb annunciava che l’inchiesta per incitamento alla rivolta armata era stata ritirata. Segno che i patti erano stati rispettati: l’esilio in Bielorussia per il capo di Wagner e i mercenari che sabato hanno preso parte alla ribellione in cambio dell’amnistia. Ma sono tanti i conti in sospeso...
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