A leggere il comunicato Rai sulla celebrazione dei cento anni dell' Arena di Verona - l'Aida in mondovisione, a cura di Rai Cultura - si resta 'di stucco', per lo spiegamento di forze e mezzi, degni di un evento mondiale. E noi non possiamo che essere felici e promettiamo fin d'ora che saremo incollati alla tv la sera del 16.
Ma forse nasconde un 'barbatrucco'. Che nasce dall'interrogarci sul perchè Rai Cultura, sia affidata da secoli a Silvia Calandrelli, mentre nel resto della Rai c'è una girandola di nomi ad ogni alitar di vento, da destra a sinistra e viceversa?
Due le possibili ragioni. La prima è che non si possa fare a meno di Lei, che, per competenza e sana amministrazione, in Italia non ha eguali.
La seconda, più verosimile, è che non dà fastidio a nessuno ed accontenta tutti, dopo aver accontentati per primi i suoi padrini e sponsor che sarebbero - a detta dei giornali - la sinistra di Veltroni ( l'onnipresente!) e il Quirinale di Mattarella.
Il 'sostegno' del Quirinale resta un mistero.
Perchè, invece, noi - molto più modestamente ed anche senza nessun potere di decisione - avremmo gradito che nell'ultima girandola di nomi in Rai ci fosse anche la sua poltrona a traballare?
Perchè in Italia ancora non si riesce a capire quanto importante sia quel 'punto di osservazione sul Paese' e sulla sua cultura. Quel che va facendo ogni giorno il ministro Sangiuliano è sotto gli occhi di tutti.
Ora Rai Cultura, per quel che riguarda la musica - campo nel quale possiamo parlare con qualche cognizione di causa - non rappresenta il meglio.
Tutta la musica, anzi come specifica Rai Cultura ' l'offerta della musica colta' è delegata ad un sola persona; e la ripresa e la regia dei concerti ad una girandola di nomi, nessuno con specifica competenza ( Karajan, ma non solo lui, non hanno insegnato nulla alla tv di oggi!).
Mi sono occupato - passo alla prima persona, a ragion veduta - per un decennio, incaricato della Rai (Rai 1), del Concerto di Capodanno delle Fenice, del quale ho anche seguito tutta la preparazione in sede. Ogni anno ho visto arrivare un regista diverso,(ho anche pensato : quello libero in quel momento!), mai uno che avesse specifica competenza ed esperienza, il quale era nelle mani degli assistenti musicali che facevano tutto, anche per lui. Voglio dire mai una idea registica, sempre e solo la dozzinarietà delle riprese.
E poi, per le occasioni più importanti, come questa e, ogni anno, per la serata inaugurale della Scala, un duo o un trio improbabili, battezzati, il più delle volte: ' la bella e la bestia' con aggiunta di terzo incomodo, al fine di attrarre il pubblico tv, non bastando l'opera o la musica trasmessa.
Nel comunicato Rai sui Cento anni dell'Arena, si dice esplicitamente che il trio, capitanato dalla solita 'bella', con aggiunta di due volti maschili tv prelevati da una serie di grande successo o dalla divulgazione di lusso della tv, dovrebbe far capire l'opera, presentandola, raccontare la storia dell'Arena e intervistare il parterre - altra consueta bestialità, da dove esce il peggio che si possa immaginare.
A me, l'ho sempre detto, e voglio ripeterlo, che quasi sempre la presenza di questo 'prezzemolo' è resa necessaria, dalla convinzione, propria anche di Rai Cultura , che da sola la musica o l'opera nel caso in questione, non attiri. E questo, se fosse vero come penso anzi sono convinto, per Rai Cultura sarebbe il biasimo e la condanna.
Spesso, attraverso questo blog, ho invitato l'attenta (?) Silvia Calandrelli, direttrice, a rimandare in onda, qualche puntata di All'Opera! delle 60 che con Lubrano ed io realizzammo per Rai 1, e che andarono in onda, in sei cicli estivi, dal 1999 al 2004 e che ebbero un seguito tv che nessuna delle trasmissioni successive, comprese quelle di Augias-Bernstein hanno mai avuto.
In quelle trasmissioni in primo piano c'era la musica, e il personaggio noto, Antonio Lubrano, faceva solo il narratore; e lo faceva benissimo.
Sfido la direttrice Silvia Calanderelli e la sua 'responsabile per l'offerta di musica colta in tv', Francesca Nesler, che spesso rimandano in onda trasmissioni del passato - tante, chissà perchè quelle - a rimandare in onda, come esperimento, All'Opera!
Sono convinto che perderebbero la sfida. E che, anche per questo, non lo fanno!
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