“Chi lascia la Rai farebbe bene a evitare di voler passare da ‘martire’ perché non esiste alcun diritto inalienabile a dover essere sempre in onda”, ha detto Mentana. E, sottolineando che “nessuno di noi è insostituibile” e che “nessuno ha il diritto inalienabile di essere sempre in onda”, ha affermato di essere convinto che “non ci sia niente di meglio che interrompere un rapporto senza fare scene madre o i martiri di Belfiore, senza lasciar intendere che con te o senza di te la libertà e la democrazia cessino di esistere”.
“Se accetti di lavorare in Rai sai che ci sono i partiti. Ogni volta ci sarà qualcuno che tenta di mettere i suoi uomini o le sue donne ma non c’è mai lesione della democrazia: c’è lo spoil system. Basterebbe una riforma di una riga, quella per sottrarre la Rai al controllo dei partiti. È molto semplice e gratificante fare il ruolo di chi è martire ma sarebbe più semplice fare delle scelte, motivarle ed avere fair play. È evidente e chiarissimo di cosa parliamo: non esiste un Maradona, tutti siamo onesti lavoratori. Nessuno ha il diritto inalienabile di essere sempre in onda, non esiste il diritto di restare né di epurare”, ha continuato il direttore del Tg La7.
Mentana, poi, ha deciso di commentare in modo diretto la decisione della Annunziata di lasciare la Rai e chiudere i battenti del suo talk show Mezz’ora in più, in onda su Rai 3.
A questo proposito, il conduttore di La7 ha posto in evidenza le differenze tra il caso Fazio e il caso Annunziata, precisando che il contratto del primo “di certo si fa in tre mesi non in tre giorni”.
“A differenza di Fazio non ha un’altra tv in cui andare: se ne è andata dignitosamente dicendo però che non accetta questo governo”, ha dichiarato Mentana. E ha chiosato: “Ma non puoi lavorare nel servizio pubblico e dire di non accettare chi governa. Chi governa deve stare sotto il controllo dell’opinione pubblica e dell’informazione: a maggior ragione se non sei d’accordo devi stare lì”.
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