Settecento anni di musica, da Guillaume de Machaut a Marcello Filotei. L’Istituzione Universitaria dei Concerti presenta la sua 79esima stagione all’Università ‘Sapienza’ di Roma, nel segno dei grandi compositori e degli interpreti internazionali. Dal prossimo 13 ottobre al 18 maggio 2024, trentasei appuntamenti nell’Aula magna dell’ateneo romano con un repertorio che spazia dalla trecentesca Messa di Notre Dame del compositore francese alla Meditazione su Septem verba Christi in cruce di Joseph Haydn per percussioni, baritono ed elettronica del musicista romano Marcello Filotei, classe 1966 (prima esecuzione in concerto, dopo la diffusione in diretta radio). “Un colpo d’occhio straordinariamente inclusivo sulle diverse espressioni musicali” dice con orgoglio il direttore artistico Giovanni d’Alò.
Un viaggio nella storia della musica affidato a star consacrate e giovani talenti emergenti. Il tenore inglese Ian Bostridge proporrà il ciclo Die Winterreise di Schubert, il pianista russo Andrei Gavrilov eseguirà tra l’altro i Quadri di un’esposizione di Mussorgskij, il suo connazionale Nikolai Lugansky con Mendelssohn, Chopin e Rachmaninov. Sempre tra i grandi della tastiera, sfileranno sul palco della ‘Sapienza’ Angela Hewitt, Marc-André Hamelin e Pierre-Laurent Aimard, oltre al debuttante Lukas Geniušas.
Tra i grandi della musica internazionale, torna in Aula magna il violoncellista francese Gautier Capuçon che con il pianista Frank Braley presenta in una sola serata l’integrale delle sonate di Beethoven. Torna anche Jordi Savall con il suo ensemble Hespèrion XXI in Folías e Canarios, un itinerario che da antiche danze della Spagna conduce all’Italia meridionale, alla Scozia e in America.
Da segnalare anche una serata dedicata a Boccherini con l’Europa Galante e Fabio Biondi e un concerto con Giovanni Sollima e il suo violoncello protagonisti, assieme al Pomo d’Oro e al violino di Federico Guglielmo.
L’attenzione al quartetto d’archi è una costante della IUC. Torna il mitologico Arditti Quartet con un programma tra XX e XXI secolo, con pagine di compositori ormai “classici” quali Berio, Ligeti, Xenakis e Penderecki e di creatori contemporanei come James Clarke e Nina Senk. Da non perdere neppure il Quartetto di Cremona, il Danish String Quartet e i giovani del Quartetto Leonkoro.
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