domenica 9 agosto 2020

Omaggio a Franca Valeri. 'Caro pianoforte' scritto per la rivista Piano Time (1983)

Sul primo numero del mensile di musica PIANO TIME  ( aprile 1983) comparve una rubrica che ebbe negli anni a seguire molto successo e seguito, affidata di volta in volta a noti personaggi del mondo della cultura, soprattutto scrittori,  e dello spettacolo. Si intitolava Caro Pianoforte.

 Per il primo  numero chiesi a Franca Valeri di scrivere quella curiosa letterina al pianoforte, che di quella rivista di musica era l'oggetto principale. E Franca Valeri acconsentì.

Apprendendo la notizia della sua scomparsa, a cento anni appena  compiuti, abbiamo pensato di renderle omaggio, ripubblicando quel suo 'Caro pianoforte'.


Caro pianoforte,

mi hanno detto 'scriva una letterina al suo pianoforte, ma non necessariamente parlando id lui'. Invece mi rivolgo a te per scrivere di te. E' tanto che volevo farlo, ma non si trova più il tempo di scrivere lettere. 

Intanto ti descrivo a chi non ti conosce. Sei nero, che sarebbe come dire di un uomo 'di sangue blu'. Ti guardavo ieri, contro quella bella finestra dove ti ho messo, il tuo ebano appena velato testimonia la tua maturità, ma le tue gambe tornite e piantate nei bicchierini di vetro sono ancora quelle di un ragazzo.

C'è una disparità di livello amoroso fra noi due, io ti amo ancora e tu mi sopporti affettuosamente. E' stato un torto suonarti poco. Se ti avessi pestato, sorvolato, arpeggiato, digitalizzato come si dice adesso di tutto mi avresti adorato. Non te ne faccio una colpa. Succede in tutte le coppie. Però anche se fra me e te il 'rapporto' è stato un pò vago, un pò faticoso, un pò troppo irregolare, i nostri ricordi li abbiamo e tanti.

Non vorrei urtare la tua discrezione parlandone e anche la mia dopo tutto. I propri ricordi interessano effettivamente solo i proprietari a meno che non si sappia sublimarli o volgarizzarli per uso pubblico. Non è il nostro caso e ti giuro che non avrei il tempo. Ma tu hai un privilegio su qualsiasi essere umano che ho incontrato, mi ricordi anche una storia che è al di fuori della nostra storia. 

Sei il simbolo più immediato, più inevitabile, più familiare della musica. Da quando hai assunto la tua forma terrena la mente popolare ti identifica con la musica.

Chi immagina il compositore se non seduto al pianoforte? Il cantante se non in piedi vicino al pianoforte?  Un juke-box urlante può non farti neanche alzare la testa, ma chi non la alza un filo rapito se da una finestra escono le note di un pianoforte? Sei il suono della musica se così si può dire. Puoi abitare in una casa tranquilla come la mia, in un salone, in una balera, in un sottoscala, in un'aula scolastica, dovunque ti raggiunge una mano anche inesperta tu evochi una atmosfera musicale.

Sarebbe più facile avere in casa un violino, un tamburo, un clarinetto, invece per il genere umano sembra più semplice avere un pianoforte con i suoi problemi, il suo peso, i suoi accordatori che non si trovano, a rate, in contanti, zoppo, lucente, coperto o aperto, tu sei ancora per tutti lo strumento della casa, la cassa armonica di tutte le istituzioni da salvare, la famiglia, la cultura, la casa, il passato.

                                                          Franca Valeri



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