lunedì 10 agosto 2020

A MICHELE SERRA sul ricambio generazionale anche nei giornali

Si sono letti nei giorni scorsi diversi interventi, a seguito di una lettera inviata al giornalista Michele Serra da un lettore del Venerdì. Argomento della contestazione e della risposta 'piccata' di Michele Serra era il ricambio generazionale in ogni settore sociale, compresi i giornali.

In realtà il lettore imputava a Serra e ad altre note firme del suo giornale  il non aver abbandonato il giornale, come hanno fatto altri, dopo il cambio di direttore e di proprietà e quindi di linea editoriale ed anche politica.

Ma a noi interessa più l'argomento del ricambio generazionale, che è emerso in alcuni degli interventi che hanno accompagnato il dibattito, nel quale per ora, anagraficamente, non sarebbero coinvolti nè Serra nè altri che non sono ancora in età di pensione.


Facciamo finta ( ma forse voleva dire anche questo, sottintendendolo, a leggere la risposta di Serra) che il lettore, in estrema sintesi, volesse anche dire a Serra che se i dinosauri come lui non si fanno da parte lo spazio per giovani giornalisti, per i quali a parole lui e tanti altri si sbracciano continuamente, non si creerà mai.


Serra, a sua volta lamentava la povertà del giornalismo di oggi ed aggiungeva che il ricambio avverrà naturalmente - automaticamente - quando i giovani saranno all'altezza, e terminava dicendo che lui fra l'articolo di un giovane - di quelli che solitamente si possono leggere su tutti i giornali - ed uno della Aspesi, leggeva più volentieri e più proficuamente quello della Aspesi. 

Anche noi leggeremmo e leggiamo spesso più volentieri uno della Aspesi, senza dimenticare però i vezzi della grande giornalista ed anche le sue cadute, Restingendo all'ambito musicale oggetto dei nostri principali interessi, come dimenticare i panegirici annuali che lei stendeva puntualmente ad ogni vigilia del Rossini Opera Festival in omaggio al suo amico sovrintendete Mariotti ed alla famiglia Tittarelli che per l'occasione imbandiva un lussuoso banchetto nella proprietà di famiglia; o quelli in onore di Paolo Baratta alla Biennale, (mentre non fa altrettanto con Ciccutto, che sembra avere le carte in regola per succedergli)  e di Lissner - non  ne ricordiamo altrettali per Pereira, che pure a Milano, la sua Milano, ha fatto abbastanza bene. Le si potrebbe anche imputare di non aver mai scritto alcunché di apprezzabile su certe cricche milanesi, sempre in ambito musicale s'intende,  o su certe carriere  costruite in 'odor di famiglia' ecc...

Serra ha ragione, invece, quando scrive che non è che liberando un posto, perché un dinosauro si è fatto da parte, in quel posto ci va un giovane, perché potrebbe accadere - come accade - che un illuminato editore o direttore, quel posto lo cancella e il giovane va a farsi... 


 Ha ragione. Però, se a cominciare da lui quando sarà il suo turno, nessuno dei dinosauri si farà mai da parte - come noi andiamo invocando da tempo, a cominciare dai dinosauri della primissima generazione apparsa sul pianeta 'informazione, cultura e spettacolo' come Angela, Augias, Costanzo  e molti altri ancora via via scendendo - un pò di spazio per i giovani mai ci sarà. Dando così ragione ai dinosauri che approfittano della poltrona per ammutolire chi a quella poltrona aspira perché ne ha i  numeri.  Come in molti campi hanno dimostrato tante giovani leve, non semplici promesse.

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