lunedì 17 agosto 2020

Beethoven alla Sagra Musicale Umbra dal 3 al 13 settembre

 Vi manca la grande musica? Chissà, forse qualcuno di noi si è reso conto di quanto sia indispensabile una cosa apparentemente inutile come un concerto dal vivo. Con la Sagra del 2020 ripartiamo perciò proprio dall’essenziale. Quando Beethoven scrisse le sue 32 Sonate per pianoforte l’idea di un “repertorio dei classici” non esisteva ancora. I compositori studiavano gli antichi, ma lo facevano più che altro per nutrire la propria conoscenza e per imparare il mestiere. Dall’Ottocento in poi si è invece formata l’idea del repertorio indispensabile, con cui confrontarsi più e più volte. Nasce qui la storia dell’interpretazione, che è l’idea di ridare nuova vita ogni giorno alle tracce scritte su una partitura, tracce che senza la carne viva dell’interprete resterebbero solo macchie d’inchiostro. Con queste premesse possiamo comprendere l’affermazione del grande direttore Hans von Bülow (1830-1894), il quale definì il ciclo pianistico beethoveniano “il Nuovo Testamento della musica”, identificando nel Clavicembalo ben temperato di Bach l’Antica scrittura. Cosa rappresentano per noi i Classici? Non una rievocazione del passato, quanto semmai l’eterno presente. Sono frammenti del passato che parlano ancora al presente, quando non sono addirittura in grado di prefigurare il futuro. Si dice che la sonata beethoveniana sia un immenso laboratorio di forme musicali. Perché dunque alludiamo nel nostro sottotitolo alla libertà? L’idea di forma musicale appare come una limitazione della libertà solo se la osserviamo distrattamente: la forma è la capacità di raccontare ed è il modo che la creatività si dà per poter essere condivisa pienamente. Attraverso l’ordine, l’ispirazione si organizza e non rischia di degradare nel capriccio individualistico. Si dice anche che la musica di Beethoven sia portatrice di valori etici, ma se così la percepiamo è solo perché è il punto d’incontro tra immaginazione ed ordine, cioè tra libertà e forma.

Insomma, come dice il piccolo Schröder, introverso pianista dei Peanuts: «Beethoven è la risposta!!». Coloro che ci guideranno in questo viaggio avvincente sono due pianisti dal percorso artistico rigoroso e immaginativo, totalmente immersi nei linguaggi del classicismo viennese e della RomantikFilippo Gamba e Olaf Laneri. A fianco dell’integrale sonatistica, è da segnalare il racconto del giovane Ludwig, a cura di Sandro Cappelletto e Marco Scolastra

In aggiunta al percorso beethoveniano, altri appuntamenti di tono molto differente con l’Orchestra da Camera di PerugiaGiovanni GnocchiFlorian WilleitnerFabio CiofiniEnrico Bronzi e due giovani e promettenti ensemble, il Quartetto Henao e il Trio Chagall. In programma pagine del classicismo viennese, ma anche incursioni nei metalinguaggi avventurosi della modernità: il Concerto di Friedrich Gulda per violoncello e fiati, le Stagioni vivaldiane ricomposte in chiave postmoderna dal tedesco Max Richter e le irriverenti incursioni del giovane Willeitner nel linguaggio mozartiano.

                                         (Enrico Bronzi, direttore artistico)


P.S.

 Omaggio a Beethoven. Un secondo omaggio al 'giovane' Beethoven con Cappelletto. Inutile, non te ne liberi ( di Cappelletto, il 'drammaturgo' con la 'voce impostata', ovvio) neanche nel caso di Beethoven ( P.A.)




 

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