venerdì 14 agosto 2020

Carlo Fuortes dà i numeri sul successo al 'Massimo'

Abbiamo chiesto i  numeri e Fuortes prontamente i numeri ce li ha dati, di quello che lui, e la sindaca con lui (e perciò si potrebbe mai candidare il sovrintendente contro la sindaca per il Campidoglio?) ha definito il successo 'superiore alle attese' della stagione estiva, in epoca Covid 19, allestita in un mese di tempo appena, al Circo Massimo.


Leggiamo che gli 'INGRESSI' - si ricordi questo termine, il sovrintendente non parla di biglietti venduti - sono stati quasi 23.000, nelle 21 serate di spettacolo programmate fra opera, concerti, balletto.

 L'incasso generale è stato di 980.000,00 Euro circa, cioè a dire 46.000,00 Euro circa a sera. Ma il grande successo (di pubblico? di incassi?) si deve soprattutto al Rigoletto con la regia di Michieletto - precisa il sovrintendente - benchè si sia trattato di tre recite in tutto  delle 21 serate di spettacolo. Come può aver inciso sul successo della intera stagione il Rigoletto, con quelle 3 su 21 recite, quando - la televisione ce lo ha mostrato - nella serata inaugurale molte file erano occupate da 'portoghesi' di lusso? 


Facciamo ancora  quattro conti, sulla base dei numeri che l'Opera di Roma ha diffuso.

Per l'intera stagione i posti disponibili erano circa 29.400, stando al dato che i posti per sera erano 1400 circa. Ciò vuol dire che, . mediamente, ogni sera i posti occupati sono stati 1.070 circa. E 330 circa, sempre mediamente,  sono rimasti vuoti, ogni sera. In tutta la stagione dunque i posti vuoti sono stati 6.400 circa. I dati li ha forniti l'Opera.

Ancora conti. Il costo dei biglietti variava  da 20,00 a 80,00 Euro, a seconda dei settori, ovviamente. E se ogni sera i posti occupati erano all'incirca 1.070, vuol dire che  il prezzo medio pagato a biglietto ogni sera è stato di 41,00 Euro circa. Considerando che tutti o quasi i posti occupati erano occupati da pubblico pagante ( ecco perchè Fuortes parla di 'ingressi' e non di biglietti venduti')

Naturalmente il consuntivo è rosso fuoco, se si considerano i costi di montaggio, smontaggio e manutenzione della vasta platea e dell'altrettanto vasto palcoscenico e dei servizi. E se ad essi si aggiungono anche i costi dei cachets per gli artisti ospiti, il rosso oltre che fuoco diventa 'profondo'. 

Ma ciò non ci spinge a concludere che non si doveva fare, perché Fuortes  potrebbe replicare con facilità e prontezza: noi facciamo sevizio pubblico e, in un periodo come quello presente, non ci si deve fermare ai soldi, altri fattori entrano in ballo. Vero e concordiamo. Ma, contemporaneamente, riflettiamo che ogni volta che la politica vuol fare qualcosa, anche costosa, i soldi li trova. Il discorso coinvolge anche  l'assessore e vice sindaco Bergamo che appena salito al Campidoglio cancellò qualunque cosa, il primo anno; ma il secondo, per un programma con la sua benedizione, i soldi uscirono fuori.

Anche nel caso del Circo Massimo, senza un intervento finanziario specifico del Campidoglio, difficilmente  si sarebbe potuta fare la stagione estiva dell'Opera.

 E allora, va bene tutto, quasi tutto. Solo che Fuortes deve smetterla di cantare sempre vittoria, qualunque cosa faccia, perché i  numeri, che non sono a suo favore, non corrispondono a risultati 'superiori ad ogni aspettative' che, per un economista della cultura - come si vanta di essere - è una  'balla' più grande dello stesso Circo Massimo.

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