mercoledì 23 ottobre 2019

L'Auditorium ( Musica per Roma, per intenderci ) è una macchina che corre da sola, secondo il Campidoglio. Per questo Dosal non ha meriti e può anche essere sostituito

Quando Dosal ha esposto i risultati positivi dell'Auditorium durante la sua gestione, gli hanno negato perfino quelli, giustificandosi con il fatto che l'Auditorium  è una macchina perfetta che raggiunge risultati anche senza una buona guida, e forse anche senza guida.

Naturalmente quando c'era Fuortes, mai nessuno si sarebbe sognato di dire la stessa cosa: e cioè che  l'Auditorium avrebbe funzionato bene senza Fuortes ( non dimentichiamoci però che  'Musica per Roma guadagna anche facendo l'affittacamere ospitando nelle varie sale manifestazioni convegni ed assemblee di altri).

Questa storia ce ne fa venire in mente una analoga, passata, che ci toccò personalmente.

Quando il nostro editore ci costrinse a lasciare la direzione di Piano Time (perchè disse che avevamo espresso giudizi non proprio lusinghieri su di lui, Enzo Perilli, padrone di Publitarget, in quanto editore di una rivista di musica, ad altra persona, il commerciante milanese di pianoforti Roberto Furcht: non si sbagliava , ma  noi glielo avevano detto tante volte anche in faccia!) che avevamo inventato e portato al successo - e fu nei primi mesi del 1990, dopo la nostra direzione ininterrotta da aprile 1983,  per quella ragione che definire idiota e suicida è poco - lui pensò che Piano Time sarebbe andato avanti e bene anche senza di noi, perché ormai correva da solo.

Si è visto come andarono le cose. Un nostro aiutante, incapace come poi si è rivelato, pensò di poterci sostituire; sì, l'editore lo mise al nostro posto, ma il mensile che avevamo inventato e diretto con successo guadagnadogli  anche autorevolezza da tutti riconosciuta, dopo pochi anni dovette chiudere. E sapete perchè? 

Quando una impresa va bene c'è sempre qualcuno che fa fatica ad attribuirne il merito soprattutto a chi la conduce. Quando poi quel qualcuno lascia, anzi viene mandato via, lo si fa nella convinzione  che quell'impresa andrà avanti da sola, salvo prova contraria, che puntualmente, ma non tardivamente, arriva, e l'impresa va a puttane, e dopo è troppo tardi per rimetterla in carreggiata. 

Non vorremmo che accadesse la stessa cosa ad esempio all'Auditorium di Roma, mandando via Dosal e mettendoci qualcuno gradito alla Raggi. Qualcuno incapace, come tutti gli altri manager che in questi tre anni di suo governo ha dovuto a più riprese, poco dopo la nomina, mandare a casa, perchè rivelatisi incapaci, a dispetto del suo apprezzamento che perciò ha contato sempre meno di zero!

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