Se ne andato dopo lunga malattia - come si dice solitamente nei casi in cui una persona ha lottato contro il brutto male ed alla fine ,dopo tanta resistenza, ha ceduto. Hanno ceduto le sue forze.
Noi che ci occupiamo prevalentemente di musica, e che, da quando siamo in pensione, siamo diventati accaniti lettori anche di politica e cultura in genere, non conoscevamo neppure il suo nome, ma solo quello della sua azienda: Mapei, leader nella produzione di prodotti, anche sofisticati, per l'edilizia. Lo scoprimmo, senza ancora conoscere le produzioni della sua azienda, quando il nome di Mapei fu associato alla tournée che Lorin Maazel con la 'Filarmonica Toscanini' compì negli Usa, e che Mapei sponsorizzò.
Successivamente abbiamo associato il suo nome ad una squadra di calcio, noi che da quando siamo nati non abbiamo mai letto su un giornale una sola riga di sport, costrettovi dalla passione del nipotino per il pallone che non potevamo non assecondare, almeno a parole.
Abbiamo conosciuto, finalmente, il suo nome, associato a quello della sua azienda, quando La Scala aveva voluto portare, sotto Pereira - se non andiamo errati - L'Elisir d'amore in aeroporto a Milano, e la trasferta era stata sponsorizzata - diciamo la verità: pagata - da Mapei, cioè da Giorgio Squinzi, che era stato per parecchi anni a capo di Confindustria.
In occasione dello spettacolo in aeroporto, vedemmo in tv Squinzi seduto accanto a Pereira, fra gli avventori - finti ma interessatissimi - dell'aeroporto milanese.
Infine, al tempo dell'affaire 'Scala-Arabia Saudita', quando la Scala non si è distinta per chiarezza di vedute e posizioni, abbiamo appreso anche della sua presenza nel CdI del teatro milanese.
Noi ora vogliamo ricordarlo anche per un altro fatto. Nel Consiglio di Indirizzo ( CdI) scaligero, quando si è trattato di votare per la permanenza di Pereira alla sovrintendenza, lui è stato l'unico a votare a favore. Tutti gli altri, una consorteria di prevalenti voltagabbana e servi di politici, hanno votato contro.
Bravo Squinzi.
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