lunedì 7 ottobre 2019

Fuori Bonisoli, dentro Franceschini

Come è noto, dopo la caduta del governo gialloverde, per via di quella mente politica che è Salvini, un nuovo governo si è formato: diverso dal primo? no, quasi simile, salvo che nei contraenti.
 Quel che un tempo faceva Salvini ora lo fa Renzi (fra i due Matteo che differenza c'è? Solo il cognome, mentre per tutto il resto sono gemelli: ambedue contemporaneamente leader di governo e di opposizione!) , mentre con il cambio al Ministero della Cultura, a Bonisoli  è subentrato Franceschini che dal Collegio romano era già passato, contestatissimo,  con l'ultimo governo di sinistra, prima di quello gialloverde.

 E mentre Renzi prosegue nell'attuale governo la strategia che Salvini perseguiva nel precedente, al Ministero della Cultura, Franceschini non solo non si muove sulle orme del suo predecessore, ma sta passando le prime settimane da ministro, a smontare quello che Bonisoli aveva deciso: conferma di alcuni direttori di grandi musei, compreso quello degli Uffizi che aveva  deciso un anno fa di andare a dirigere il museo di Vienna e che ora è tornato sui suoi passi dichiarando il suo amore per gli Uffizi;  separazione di  alcune grandi istituzioni che Bonisoli aveva accorpato; e poi reintroduzione,  per le prime domeniche del mese, dell'ingresso gratuito ai Musei (decisione pasticciatissima  quella di Bonisoli  di far stabilire a ciascun Museo quali domeniche ed in quale periodo).

Naturalmente i cecchini di Franceschini hanno ripreso le armi per ripuntarle contro il ministro 'mezzodisastro' che   ha messo le mani avanti: proseguirò sulla scia di Bonisoli che tanti 'disastri' - questo lo diciamo noi, Franceschini lo pensa ma non lo ha detto - non è riuscito a fare. 
 Sicuramente torneranno a colpirlo i Montanari gli Emiliani, tanto per citarne due che si sono particolarmente distinti  nel voler distruggere l'operato di Franceschini, mentre ora l'uno ora l'altro si sono mostrati verso Bonisoli molto indulgenti, anche quando non lo meritava.
 Ad esempio, come quando all'indomani della spallata al governo gialloverde, ha nominato 'ad interim' la Porro al posto di Prosperetti,  in malattia 'forzata' ( distribuire poltrone è uno sport comune a tutti i politici; Salvini dica quel che vuole, ma anche lui ha occupato per sè e per i suoi tutte le poltrone disponibili, e si apprestava ad occupare  anche quelle che nel giro di qualche mese si sarebbero liberate e si libererranno, per fine mandato, nelle varie aziende e istituzioni statali che il governo giallorosso  provvederà a riempire). 

 Certo che Franceschini un errore colossale l'ha già commesso, e subito all'indomani del suo insediamento, richiamando al Ministero il 'grande & grosso' direttore generale Nastasi, la cui permanenza al Collegio romano, troppo a lungo durata, ha lasciato il segno, per disastri e macerie in ogni parte del Paese.   

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