Quando il giornalista gli chiede se ha una frase un pensiero, qualcosa a cui pensa o che dice a se stesso più frequente nelle sue giornate segnate da una grave malattia degenerativa che l'ha colpito nel 2011, all'età di 40 anni, Ezio Bosso, ascoltata la domanda, riflette un pò e poi risponde: sì c'è una frase, che è poi frutto di una convinzione profonda e cioè che ho avuto una vita meravigliosa!
Non dice che la 'vita è una cosa meravigliosa', come si direbbe in un film o nei romanzi, al termine di una vicenda non proprio meravigliosa, a mò di consolazione e di speranza che si sa già, nella gran parte dei casi, non troverà riscontro nella realtà.
La vita è per lui meravigliosa, anzi, la sua vita, è già stata meravigliosa.
Possiamo dire che questa è la lezione più grande che ci viene dalla sua vita? Sì. Potremmo anche aggiungere che nella sua lotta per avere una vita meravigliosa, la musica ha svolto e svolge tuttora un ruolo fondamentale; senza di essa, forse, non solo la sua vita non sarebbe stata meravigliosa, forse non sarebbe stata e basta!
A fronte di ciò, le difficoltà vissute da ragazzo quando doveva sopportare chi gli faceva notare che lui, figlio di un tranviere, non poteva aspirare a diventare direttore d'orchestra, sono quisquilie; e del resto non sono toccate solo a lui, benchè la storia abbia ampiamente insegnato che la vita riserva molte sorprese a tutti coloro che hanno intelligenza e volontà di raggiungere certi risultati.
Ezio Bosso che è un bravo musicista, un bravo direttore, deve scontare la popolarità che gli ha dato la partecipazione nel 2016 al Festival di Sanremo; tale popolarità ha generato e genera sia le stupide banalità - come quelle del pubblico barese che gli chiede di suonare il pianoforte, dopo che lui ha fatto sapere che non ne è più capace per difficoltà sopraggiunte nel movimento di due dita; sia le invidie di tanti che lo ingiuriano così: se non fossi stato così malmesso pensi che avresti avuto tutto il successo che hai? Bastardi!
Sbaglia però anche chi sostiene che Bosso sia il più grande direttore d'orchestra. Si dica, casomai, che lui, bravo direttore d'orchestra, è il più eroico fra i direttori d'orchestra, perchè non si arrende di fronte alla malattia e si arrampica disperatamente alla musica con tutte le sue forze, per trarne l'energia necessaria per andare avanti.
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