lunedì 28 ottobre 2019

Dopo le elezioni in Umbria. PASTONE per cani a guardia di poltrone. Dove chi è completamente nel pallone è Di Maio che non capisce quello che dice e non sa ciò che vuole



LUIGI DI MAIO e tutti gli altri

La batosta elettorale in Umbria fa riflettere Luigi Di Maio. "Per la prima volta nella storia abbiamo deciso di fare un'alleanza, un patto civico, con il Pd. Questo esperimento non ha funzionato, in Umbria siamo a uno dei risultati più bassi, questo esperimento non è più praticabile. Il M5S va meglio quando va da solo", ha detto il ministro degli Esteri e capo politico del M5S, in un'intervista a Sky Tg 24 aggiungendo che "quello che mi interessa di più e' che si facciano le cose per l'Italia". "Sto lavorando affinché questo governo porti a casa il programma nei prossimi tre anni e poi si faccia valutare dagli italiani: il voto sarà il momento in cui potranno valutare se abbiamo fatto bene o male, questo è il nostro obiettivo". Ma sulle conseguenze del tracollo umbro dello schieramento giallorosso in versione civica, è braccio di fetto tra il premier Giuseppe Conte e il ledader della Lega Matteo Salvini: "Le elezioni in Umbria sono state un test da non trascurare affatto", ha detto Conte, "ma noi siamo qui a governare con coraggio e determinazione, il nostro è un progetto riformatore per il paese. Un test regionale non può incidere, se non avessimo coraggio e lungimiranza sarebbe meglio andare a casa tutti", ha affermati il presidente del consiglio . "E' un voto che ha anche una valenza nazionale", ha replicato Salvini, "Conte continua con la sua arrogante distruzione dell'Umbria, sbagliare è umano ma perseverare è diabolico...ogni giorno si apre un problema nuovo". Nicola Zingaretti, segretario del Pd, ha invece sottolineato che è "una sconfitta netta, ma il risultato conferma, malgrado scissioni e disimpegni, il consenso delle forze che hanno dato vita all'alleanza". Un modo come un altro per scaricare un po' la responsabilità dell'insuccesso su Matteo Renzi, l'ex premier ed ex segretario del Pd che ha creato da poco il nuovo partito, Italia viva. Il numero uno di Iv, però, ha replicato nel pomeriggio, dopo un po' di attesa: "In Umbria, come previsto, il centrodestra ha vinto nettamente le regionali. Credo sia stato un errore politico drammatizzare il voto di questa pur bellissima regione, errore compiuto sia rivendicando l'alleanza strategica fra Pd e Cinque Stelle, sia impegnando il capo del governo nella chiusura della campagna elettorale", ha sottolineato Renzi nella sua E news. "La foto di Narni, insomma, non ha aiutato a vincere. Penso che il governo debba preoccuparsi solo di governare, e di cercare di farlo bene. Noi stiamo dando una mano e continueremo a farlo: nei prossimi mesi continueremo con le nostre proposte su fisco e infrastrutture. I partiti che hanno voluto l'alleanza umbra rifletteranno sulle loro scelte. Noi come Italia viva siamo rimasti fuori dalla vicenda umbra. Nei prossimi mesi ci presenteremo alle regionali, a cominciare dalla Toscana, ma il nostro orizzonte continua a essere quello di andare in doppia cifra alle politiche. Che per noi si terranno nel 2023 e comunque dopo l'elezione del nuovo Presidente della Repubblica. Leggo sui giornali che qualcuno attribuisce la colpa a me persino della sconfitta in Umbria. Mi spiace che si possa arrivare a tanto. Questo odio nei miei confronti ha qualcosa di inspiegabile. La verità è che quando ho lasciato la guida del Pd governavamo 17 regioni su 20. Adesso il Pd governa in 7 regioni su 20. L'idea di dire che è sempre tutta colpa mia non mi sembra geniale. Ma se serve a qualcuno per mettersi il cuore in pace, non replico, evito le polemiche e invito tutti a lavorare".



GIUSEPPE CONTE

All'indomani delle elezioni Regionali in Umbria, per il premier Giuseppe Conte la strategia di Governo resta il patto M5s-Pd.
 Secondo il premier, anzi, va rafforzato lo spirito di squadra perché "siamo nel pieno di un percorso ed oggi ho ancora più entusiasmo, più coraggio e determinazione di ieri". Questo è quello che il presidente del Consiglio ha detto al suo arrivo ad un evento Eni a Marina di Ravenna. 
 "Siamo all'inizio di questo percorso, abbiamo già impostato una manovra che si preannunciava limitata soltanto alla sterilizzazione dell'Iva, invece abbiamo messo tante altre cose, nel rispetto del programma. Siamo nel pieno di questo percorso". 
 Conte ha poi aggiunto che "quando nel 2023 ci confronteremo nella competizione elettorale saremo giudicati per quello che abbiamo fatto e se riusciremo a proseguire con entusiasmo saremo giudicati positivamente. E' su questo che dobbiamo concentrarci: dobbiamo recuperare spirito di coesione e non dobbiamo aver paura".
"Quando è iniziata l'esperienza di governo ci siamo impegnati con la massima determinazione e il massimo coraggio per un programma di governo molto articolato. L'azione di governo va proseguita e rafforzata, bisogna continuare con il gioco di squadra", ha insistito. 
Alla nuova presidente dell'Umbria Donatella Tesei, il premier fa i migliori auguri a nome dell'Esecutivo: "Io auguro, al nome di tutto il Governo, alla presidente Tesei che possa realizzare misure e iniziative per migliorare la qualità di vita dei cittadini umbri. E' giusto che abbiano risposte efficaci e all'altezza. Qualcuno ci sta criticando dicendo che manchiamo di rispetto ai cittadini umbri, ma non manchiamo di rispetto a nessuno" aggiungendo "questo non significa che io non tornerò in Umbria: il Governo non valuta il colore politico dei governi regionali. A chi mi ha criticato per essere andato a Narni in campagna elettorale dico che chi vi parla non ama i tatticismi, la convenienza personale. C'era da dare una mano e tornando indietro lo rifarei non una, ma mille volte".


MATTEO SALVINI e tutta la canizza

"Una sconfitta figlia di un accordo sbagliato". Così Matteo Renzi commenta il flop dell'intesa M5s-Pd in Umbria. Esulta, invece, Matteo Salvini: "E' stata una vittoria di tutto il centrodestra. Chi semina tradimento raccoglie tradimento", afferma. Franceschini ribatte: "Si vince con il buon governo, sbagliato dire stop all'alleanza con il M5s". I pentastellati sono divisi. Di Maio: "Il patto col Pd è una strada impraticabile".
Il 37% conquistato dalla Lega ha confermato che Matteo Salvini guida il primo partito in Italia, mentre i venti punti di distacco fra il candidato di centrodestra e quello di Pd e M5s sono suonati come una bocciatura dell'alleanza fra le due forze. Il mix ha alzato a livelli di guardia la tensione nella maggioranza di governo. 

Luigi Di Maio prima ha chiuso le porte a una riproposizione del patto per le prossime regionali e poi ha messo un bastone fra le ruote del Conte bis: il programma deve essere "migliorato e innovato" e anche sulla Manovra servono ancora discussioni. Il premier gli ha risposto con un consiglio che sa di avvertimento: "Lascio ai leader le valutazioni, ma dico loro di prendersi del tempo". Mentre il segretario Pd, Nicola Zingaretti, ha replicato con un semiultimatum: "L'alleanza ha senso solo ed esclusivamente se vive in questo comune sentire delle forze politiche che ne fanno parte, altrimenti la sua esistenza è inutile e sarà meglio trarne le conseguenze". 

Renzi: "Una sconfitta figlia di un accordo sbagliato" - La linea del Nazareno pare un po' questa: il M5s è crollato, il Pd al massimo si lecca qualche ferita, quindi non siamo noi quelli che temono di più il ritorno al voto. Alza la posta Matteo Renzi. A differenza degli altri leader e di Conte, il leader di Iv non ha "messo la faccia" sul voto umbro. E dopo la sconfitta ha commentato sarcastico: "Una sconfitta scritta, figlia di un accordo sbagliato", e la foto di Narni", con tutti i leader di maggioranza tranne lui, "non ha aiutato a vincere". Ma Conte ha rivendicato quello scatto: "Lo rifarei mille volte". 
 A mettere in moto lo sconquasso in maggioranza di governo è stata la dimensione della vittoria in Umbria di Donatella Tesei, che ha portato il centrodestra al governo regionale dopo cinquant'anni di giunte di sinistra. Per Donatella Tesei ha votato il 57,5% degli elettori, mentre Vincenzo Bianconi, che correva per Pd e Cinque Stelle, si è fermato al 37,5%. 

A livello di partiti, nel centrodestra la Lega ha ottenuto il 36,9% (contro il 38,2% delle europee), FdI il 10,4% (6,6%), il doppio di quelli di Forza Italia, ferma al 5,5% (6,4%). Mentre il Pd si è attestato al 22,3% (24%) e il M5s al 7,41% (14.6%). 

Salvini: "Per il governo giorni contati" - La lettura della tornata locale è subito sconfinata sul piano nazionale. "Per i signori Conte, Di Maio, Renzi e Zingaretti - ha detto Salvini - che sono momentaneamente e abusivamente occupanti del governo nazionale i giorni sono contati". Più diretta Giorgia Meloni: "Penso che il governo debba immediatamente rassegnare le dimissioni". Mentre per Silvio Berlusconi il centrodestra "è il futuro dell'Italia e ha il diritto-dovere di governare il Paese". 

Il boom di Fratelli d'Italia - Nell'alleanza si comincia intanto a pensare ai nuovi equilibri, alla luce della crescita di Fdi e del tonfo degli azzurri. Tanto che fra gli osservatori c'è chi ha fatto notare come in Umbria Meloni e Salvini avrebbero praticamente potuto fare a meno del cavaliere. 

 Nella maggioranza il contraccolpo è stato forte, ma nessuno ha dato seguito alla richiesta del centrodestra di lasciare Palazzo Chigi. Il governo va avanti fino al 2023, ha riposto Conte, "quando ci confronteremo con le elezioni e verremo valutati per quello che abbiamo fatto". E pure Di Maio, che appare il meno entusiasta, ha detto che sta lavorando "affinché questo governo porti a casa il programma nei prossimi tre anni". 


Di Maio: "5 Stelle al voto da soli" - Malgrado queste rassicurazioni, le posizioni del leader Cinque Stelle hanno colpito la maggioranza più delle picconate del centrodestra. I Cinque Stelle devono andare al voto da soli ,è la riflessione di Di Maio, perché le coalizioni, a qualsiasi livello e con qualsiasi alleato, ci fanno perdere consensi: "Per quanto col Pd ci lavoro meglio che con la Lega - ha detto Di Maio - al Movimento fa male lo stesso". 

E allora, alle regionali i M5s puntano a diventare "la terza via fuori dai due poli". E per stare nel governo chiedono una sorta di tagliando al programma e nuove riflessioni su alcuni punti della Manovra. Come sul cuneo fiscale, proprio una delle bandiere Pd. 

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