domenica 22 settembre 2019

Teatro del Maggio Fiorentino. Dove si misura anche l'intelligenza di una persona oltre la sua statura professionale e umana

Le ultimissime da Firenze, danno per presente in  città Alexander Pereira, da poco nominato al vertice del Teatro del Maggio Fiorentino, a partire dalla seconda metà di dicembre, dopo l'inaugurazione di stagione al Teatro alla Scala.

Pereira, che attendeva  un rinnovo di incarico a Milano o quanto meno un prolungamento dell' attuale e che sarebbe, in conseguenza del mancato rinnovo, dovuto venir via a febbraio, ha concordato con il sindaco Sala - presidente della Scala, come Nardella  lo è del Maggio Fiorentino - un'uscita anzitempo, di quasi un trimestre. Sicuramente senza penali. Tu fai un dispetto a me ( non rinnovandomi l'incarico) io ne faccio uno a te (andando via prima che arrivi Meyer).

 E uno si chiede: che fa la Scala nei mesi un cui sarà orfana del sovrintendente, in attesa che arrivi il nuovo, Meyer, a partire da marzo? Andrà avanti senza, con la gestione affidata al direttore generale e la programmazione già definita? 

E Firenze? A Firenze l'osannato Cristiano Chiarot, il bravo amministratore, dopo che il sindaco gli aveva fatto sapere che non gli avrebbe rinnovato l'incarico di sovrintendente, per sopraggiunti, o quasi, limiti di età, ma in realtà a seguito della decisione di affidare la presidenza  del teatro, che per legge spetta a lui, a Nastasi, aveva detto che a a luglio sarebbe andato via. Poi quando il sindaco e Nastasi avevano promesso che a settembre avrebbero nominato il suo successore alla guida del Teatro del Maggio, Chiarot si era impegnato a non andar via prima della nomina del nuovo sovrintendente, assicurando al teatro la amministrazione 'corrente' come si dice in gergo per uno o due mesi al massimo.

Poi è arrivata la nomina, ma con l'arrivo, procrastinato, di Pereira da settembre a metà dicembre.

 E Chiarot? Ha di nuovo prolungato la sua permanenza a Firenze, di due o tre mesi ancora. Si è fatto scrupolo di non lasciare Firenze senza vertice in teatro, nonostante la decisione a suo sfavore di Nardella; mentre non è importata a Pereira in situazione analoga, il quale ha ripagato Sala con le stessa sua moneta. 

O semplicemente Chiarot ha pensato che, ormai fuori dai giochi, gli convenisse  acchiappare le  mensilità da sovrintendente che percepirà ancora a Firenze, prima di tornare a bighellonare in laguna, o di prendersi una lunga  vacanza di meditazione nell'amata e desiderata India, mettendo fine ingloriosamente, alla sua carriera?

Pereira, intanto, comincia, già da Milano, a sparare le sue cartucce.
Il Festival del Maggio Fiorentino, diventerà il più importante festival musicale, come già è il più antico ed anche glorioso per la sua storia passata. A Firenze promette già un Otello con Zubin Mehta e poi, udite udite...  fa progetti con Riccardo Muti, con il quale la tela l'ha forse cominciata a tessere il 'grande&grosso' direttore generale del Ministro, tornato a Roma, per volere di Franceschini, da dove potrà dare una mano al Teatro del Maggio che, oggi ma anche prima dell'arrivo di Chiarot, ha un grande problema da risolvere: il debito.

Nessun commento:

Posta un commento