Placido Domingo, il tenore dei tenori, arrivato ancora 'in servizio', sebbene da baritono, non più da tenore ma ancora da direttore, alla veneranda età di 78 anni, ha preso la palla al balzo, dopo le sempre più numerose accuse di molestie - tutte risalenti agli anni Ottanta e Novanta - e per non farsi licenziare da teatri e istituzioni musicali in genere, e con una lettera di protesta contro i 'giudizi sommari fuori dai tribunali per fatti risalenti a molti anni fa, per i quali però si difende dicendo che nessun rapporto vi fu mai senza consenso della diretta interessata', si è dimesso lui alla vigilia del debutto in Macbeth, al Metropolitan ; facendo diventare la sua partecipazione alla generale l'ultima sua apparizione in scena.
Certo i processi si fanno nei tribunali non sui giornali, e prima delle sentenza sarebbe opportuno non assumere decisioni, come se le sentenze fossero state già emesse.
Però su La Repubblica si legge di Domingo che ha messo alla moglie corna quante un cesto di lumache, perchè è sempre stato un ben noto fedifrago seriale e donnaiolo impenitente.
Ora, uno che ogni giorno mette le corna a sua moglie vuoi che non abbia, una volta o l'altra, molestato senza consenso? E' difficile pensarlo: Domingo ha solo voluto giocare d'anticipo, per evitare l'onta del licenziamento.
E comunque la lettera di dimissioni di Domingo somiglia assai al comunicato che Daniele Gatti - mutatis mutandis (è latino e niente ha a che fare con indumenti intimissimi assonanti) - diffuse all'indomani del suo licenziamento da Amsterdam, per non vedersi annullati i vari contratti già sottoscritti. Gatti fregò tutti sul tempo annunciando che disdiceva per i mesi seguenti tutti gli impegni in Europa, per ragioni di salute.
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