In una delle recenti, ma non infrequenti - anzi troppo frequenti per sentirgli dire ogni volta qualcosa di nuovo e interessante - Antonio Pappano aveva detto che avrebbe voluto l'immagine della sua orchestra più legata a quella della città, Roma, il cui appeal egli riteneva evidentemente di gran lunga superiore. Ed aggiungeva che l'Orchestra avrebbe dovuto allargare di più i suoi orizzonti nel campo del repertorio.
Ciò che da quell'intervista non risultava chiaro era se Pappano stava dettando le sue condizioni per la permanenza a Roma, oltre la fine del suo attuale mandato, e cioè oltre il 2022( di fatto si era insediato nel 2003, formalmente nel 2005, e dunque nel 2022 saranno vent'anni, giusta l' ora di cambiare !) o se anticipava alla stampa i progetti che assieme all'attuale sovrintendente, in scadenza fra breve, stava carezzando.
Pur ammettendo che la sua permanenza a Roma dopo quella data, dipende dalla sua volontà, occorre attendere la nomina del nuovo sovrintendente, per parlare di futuro dell'Accademia dopo il 2022, e della sua Orchestra. Alla quale, occorre ammetterlo, la presenza di Pappano ha dato molto, moltissimo, quasi tutto ciò che oggi può vantare.E forse, dopo vent'anni,, cioè fra qualche mese, non ha altro nè da dare nè da dire.
Noi, come abbiamo tante volte scritto, facciamo il tifo perchè il mandato di dall'Ongaro termini presto, fra qualche mese, ed al suo posto vada qualcun altro che non debba necessariamente vantare come merito esclusivo quello di 'poter aiutare, anche economicamente, Santa Cecilia dalla sua posizione in Rai - dalla quale è dipesa e discesa tutta la sua carriera- e sulla quale Bruno Cagli fondò il suo appoggio in Accademia a dall'Ongaro.
Detto fatto, almeno sotto il profilo dell'immagine. Da qualche giorno si è vista sui giornali la prima uscita della nuova campagna pubblicitaria e abbonamenti dell'Orchestra di S.Cecilia.
Si vede Pappano in primo piano, dietro di lui orchestra e coro - sui toni del grigio scuro - e sullo sfondo (ma trattasi di fotomontaggio) il Colosseo ed il Foro romano, con lo slogan: Roma come non l'hai mai sentita.
Si potrebbe anche analizzare tale slogan, ma non serve per ora, perchè è più importante domandarsi quale scopo si prefigga tale campagna. Cosa può regalare all'Orchestra l'immagine gloriosa della Roma storica e del Colosseo, il monumento di gran lunga più visitato al mondo?
Secondo noi nulla, in termini di pubblico - potrebbe una immagine richiamare pubblico internazionale che l'Accademia non ha? - e di immagine pura.
Per quanto sappiamo, le più celebri orchestre legano la loro immagine alla sede dei concerti ( come nel caso dei Berliner e Wiener Philharmoniker) e non alla città, sebbene molte di esse abbiano il nome della città nel loro logo. Ma la stessa cosa si può dire anche dell'Orchestra dell'Accademia di Santa Cecilia che, per il mondo intero, musicalmente alfabetizzato, vuol dire anche Roma.
Tralasciamo naturalmente di infierire sul colore lugubre - grigio funerale - della inserzione pubblicitaria e promozionale.
Negli anni della sua sovrintendenza dall'Ongaro ed anche Pappano cosa hanno fatto per acquisire nuovo pubblico, quali iniziative hanno avviato ? Una campagna, per giunta 'mortaccina', non può fare miracoli in tal senso. Non ci vengano a dire delle compagini giovanili, perchè quelle servono a portare per ora soldi freschi nella casse dell'Accademia e solo alla distanza potranno portare anche nuovo pubblico.
Anzi nell'ultimo anno l'unica occasione, al di là della propaganda, nella quale i giornali hanno parlato dell'Accademia è stato quando dall'Ongaro ha annunciato che, per decisione del CdA, il numero dei coristi veniva ridotto. Anche in quel caso Pappano ha sostenuto l'iniziativa di dall'Ongaro, criticata da tutti, adducendo come ragione il numero più ridotto del suo coro al Covent Garden, fingendo di non capire che un coro 'operistico' è altra cosa rispetto ad uno 'sinfonico', tant'è che per il concerto inaugurale di questa'anno Santa Cecilia dovrà addirittura chiamare un secondo coro, non bastandogli il suo. E dall'Ongaro e Pappano sostengono invece che ne basta uno più ridotto dell'attuale.
I giornali poi non hanno voluto - chissà perchè, a dispetto della gravità dell'iniziativa - infierire contro dall'Ongaro che ha imposto ai frequentatori( studiosi e soprattutto giovani musicisti e studenti) della Bibliomediateca dell'Accademia, l'acquisto di una tessera, sui 30 Euro. Il cui ricavato - spiegava dall'Ongaro - doveva servire alla pulizia dei locali, ai quali l'Accademia non riusciva più a far fronte. Mai che avesse detto che tagliava, per destinarlo a tale scopo, il suo compenso annuo - 240.000 Euro. un furto! - Mai, ben sapendo di non meritarselo, già semplicemente pensando che era uguale a quello dell'Amministratore delegato della Rai, che ha quasi 15.000 dipendenti ecc...ecc...
Per questo e per altre ragioni riteniamo che dall'Ongaro a Santa Cecilia ha fatto il suo tempo ed è quindi ora che sloggi. Ma non per tornare alla Rai, dove -SCIAGURATAMENTE - sembra abbia ottenuto che gli tenessero in caldo il suo posto, in attesa del suo ritorno. Per quale ragione? Per i grandi meriti manageriali dimostrati a tutti nel saper difendere i propri interessi, amministrati perlopiù in funzione della sua personale carriera.
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