Da quando in Italia si discute della inutilità dell'esistenza di una 'seconda' camera parlamentare, Senato, che fa le stesse cose della 'prima', Parlamento, e che , di conseguenza, allunga enormemente i tempi di una decisione?
Forse già dall'indomani della nascita della Repubblica e della stesura della Costituzione: perchè averne due invece che una? I padri costituenti, conoscendo il 'carattere' degli italiani pensarono bene di mettere a guardia dei guardiani della democrazia, deputati, un secondo battaglione di guardiani, senatori, temendo che i primi si addormentassero, esattamente come avevano fatto le vergini ' stolte' dl Vangelo.Nel nostro caso di vergini neppure l'ombra, di guardiani distratti invece un ricco campionario.
Si discute, e si discute al punto che quando il Matteo fiorentino propose un referendum per l'abolizione della seconda camera, il Senato, gli italiani glielo bocciarono. Il Senato è inutile, e forse anche dannoso, ma meglio che esista, perchè tante volte il passaggio nella seconda camera ha consentito a leggi, votate dalla prima, di essere licenziate opportunamente emendate.
Nel frattempo era nata una terza Camera, certificata dall'opinione pubblica, situata non dalle parti del centro di Roma, ma in via Teulada: Porta a Porta, il salotto Rai di Bruno Vespa, da dove alcuni avveduti governanti andavano ad annunciare, anticipandole, decisioni che avrebbero dovuto prima essere prese nelle due camere, nelle quali si articola la 'democrazia' rappresentativa' nel nostro paese. Ancora.
Naufragato il referendum di Renzi, anche con l'avallo di noti costituzionalisti, anche di quelli che hanno sempre appoggiato la diversificazione se non la cancellazione dei compiti istituzionali del Senato, il tema della riduzione dei parlamentari - ma questa volta a fini quasi esclusivamente di risparmio economico - torna alla ribalta con la presa del potere dei Cinquestelle i quali non si preoccupano più di tanto della rappresentatività delle Camere, perchè loro puntano alla democrazia 'diretta', di recente, avallata anche da certa libera stampa come 'Il fatto quotidiano'.
E il Movimento ha fatto sapere che, in nome della democrazia 'diretta', le decisioni importanti dei governi ai quali partecipano sarebbero state prima sottoposte alla votazione dei loro iscritti attraverso la piattaforma 'Rousseau', alla quale hanno accesso e diritto di voto 100.000 circa iscritti.
Lo hanno fatto alla vigilia del secondo incarico a Conte, quando votarono all'incirca 78.000 iscritti, e 60.000 circa a favore, e l'hanno ripetuto al momento in cui il capetto politico del Movimento ha assunto la decisione di fare un accordo con l'alleato di governo, il PD, anche per le prossime tornate elettorali regionali.
In questo secondo caso, anche perchè gli iscritti a 'Rousseau' si sono evidentemente rotti le scatole per essere continuamente interpellati su fatti e decisioni che spettano agli eletti, hanno votato solo 35.000 iscritti, di cui poco più di 20.000 a favore.
Perchè anche i grillini più accaniti, 'ortodossi' cosiddetti, non cominciano a chiedersi per quale motivo si facciano ancora in Italia le elezioni politiche e si paghi un numero spropositato di parlamentari, come vanno accusando, se poi i 'rousseauiani' sono chiamati ad assumere decisioni che i rappresentati faranno proprie?
E così, proprio per volontà di coloro i quali, giunti al potere, si sono riproposti di abolire una Camera, ne è nata una 'quarta'. Solo che quest'ultima si limita a qualche migliaio di cittadini votanti, su un bacino di aventi diritto - e che lo fanno già con le elezioni istituzionalizzate - di una cinquantina di milioni.
Se le attuali Camere parlamentari presentano agli occhi dei grillini un deficit di democrazia, la 'Quarta' camera, da loro inventata e strettamente privata, il deficit che manifesta, ben più grave del precedente, è quello della rappresentatività.
Un numero di italiani pari a quello di una piccola città di provincia, dice al Paese ciò che si dovrebbe fare. Di male in peggio. E Marco Travaglio che dei grillini è sostenitore ed ideologo, questo dovrebbe farglielo entrare in testa.
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