Al secondo scrutinio, la distanza fra i due candidati più votati al primo, si è allargata, e il celebre organista Di Massimantonio - vice dell'attuale direttore Piermarini, altro celebre organista - prenderà, per volere degli insegnanti del Conservatorio, sessanta contro quaranta (quanti i voti andati a Giamacco) - il posto dell'attuale direttore, alla fine di ottobre.
Di questa manovra, abilmente costruita a tavolino dai due , da tempo, si andava mormorando dentro e fuori il Conservatorio, senza che qualcuno delle numerose menti illuminate di quel Conservatorio, pensasse a sventarla.
Perchè mentre si mormorava della manovra, si aggiungeva anche che, appena possibile ( cioè in un ragionevole tempo che non faccia pensare a qualcosa di illegale) Di Massimantonio si sarebbe dimesso e, alle elezioni successive passato un giro dopo due mandati consecutivi, Piermarini sarebbe tornato alla direzione del Conservatorio. Per la semplice ragione che un Conservatorio non poteva fare a meno di una guida così illuminata.
Questo è ciò che pensano, ed anzi di cui sono convinti, tutti coloro che hanno avallato questa manovra, in nome della politica del 'lascia vivere' che sicuramente è stata alla base della direzione del primo dei due organisti. Formalmente legale, ma solo formalmente o forse neanche formalmente, visto che il progetto della successiva elezione di Piermarini è alla base di detta manovra che dunque risulterebbe ingannevole.
Se tutto ciò dovesse verificarsi, il Ministero non può stare alla finestra a guardare, ma non autorizzare le successive elezioni, e mandare un commissario.
E noi che avevamo atteso la fine del mandato di Piermarini per tornare, dopo sei anni sei, a visitare il nostro Conservatorio, anche per verificare le condizioni in cui Piermarini ha tenuto, in ragione della sua cultura organologica vastissima, uno strumento storico che regalammo al Conservatorio all'indomani del terremoto, dovremo rinunciarvi definitivamente.
Non senza, però, aver augurato al Conservatorio che non vada in malora, come molte voci, sussurrate per non finire vittime delle purghe dell'attuale direttore, ci fanno temere.
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