mercoledì 18 aprile 2018

Salvo Nastasi, un tempo 'enfant prodige' della politica culturale italiana, ma avarissimo, è diventato ora 'homme prodigue', ma solo con chi vuole, principalmente amici ed ora anche parenti (acquisiti)

Di Salvo Nastasi il mondo musicale italiano ricorda lo sciagurato 'algoritmo' ammazzacristiani che ha lasciato come regalo di saluto quando, andando via dal Collegio romano, è approdato alla Presidenza del Consiglio, chiamatovi da Renzi. Con quell'algoritmo, in un colpo solo, fece centinaia di vittime  nelle istituzioni musicali italiane che evidentemente considerava mendicanti  immeritevoli.

Dell'abilità di Nastasi non c'era nessuno che non fosse al corrente, dopo che la 'buonanima' - solo perchè ne abbiamo perso le tracce nelle nebbie della politica italiana - del ministro Urbani lo presentò al mondo della cultura italiana come l'enfant prodige degli affari giuridici del suo ministero - quand'era ancora giovanissimo.

 I ministri che si sono succeduti al Collegio Romano dopo Urbani, da Galan a Bondi a Ornaghi a Franceschini, forti della loro abissale ignoranza in materia di  legislazione culturale, hanno dato a Nastasi  un peso sempre maggiore, tanto che Renzi - su suggerimento di Nardella, amico di entrambi - se lo prese a Palazzo Chigi, da dove fargli tentare di bonificare Bagnoli - ad ora non sappiamo come proceda la bonifica.

I padrini e protettori di Nastasi - senza i quali non sarebbe stato possibile una carriera così fulminante e gloriosa - sono ben noti a tutti, in cima alla lista c'è naturalmente Gianni Letta, sempre ed ancora lui, che addirittura, coram populo, gli fece da testimone di nozze con Giulia Minoli, figlia di Giovanni e di Matilde Bernabei, nipote del mammasantissima  patriarca, che dopo essere stato al vertice della tv di Stato,  si mise messo a fare il produttore televisivo con la Lux Vide - è il destino ( redditizio) non solo di Bernabei ma anche di altri direttori generali della Rai, salvo qualcuno che si è dedicato a coltivare la terra.

 Per un momento abbiamo anche rischiato che sua madre, nata  Laterza, giudice della Corte dei Conti, incaricata di 'controllare' le pubbliche istituzioni (ma quale conflitto di interesse? quando c'era da controllare le spese dei ministeri al cui vertice c'era suo figlio, lei usciva  dalla stanza!) diventasse presidente della Corte. Se ne sono accorti in tempo e, per non correre rischi, hanno puntato su un altro candidato.

Tornando al nostro  ex enfant prodige della cultura ministeriale, ieri 'Il Fatto Quotidiano' ha rivelato come  la società di produzione  Lux Vide, di proprietà di sua (di Nastasi) suocera e del  fratello di lei, che produce  tra l'altro anche 'Don Matteo', ha ricevuto da Palazzo Chigi il contributo di 4 milioni di Euro per la produzione de 'I medici', i grandi di Firenze, una fiction che ha avuto ottimi ascolti ed è stata venduta in molti paese. Dunque andava anche finanziata nella logica di Nastasi.  Non dice il Vangelo che chi ha molto  avrà ancora dell'altro, ma a chi ha poco sarà tolto anche quel poco?

 Insomma, con la presenza di Nastasi a Palazzo Chigi, dopo il Collegio Romano, quella regalia reca anche la  sua firma. Lui che un tempo era avaro con tutti, al punto da strozzare per fame chiunque  gli si rivolgesse per chiedere un contributo, in nome della cultura,  e che ora è diventato l'uomo che prodiga contributi a tutti. A tutti veramente no, Mai, ma ai suoi amici sì, da sempre. Alla lista degli amici, nella quale Muti, meritevolissimo,figura in testa -  e nella quale, ad esempio, non sono mai stati inclusi l'Orchestra Verdi di Milano e l'Orchestra Mozart di Abbado, tanto per fare due esempi - ora si è aggiunto anche qualche parente. Certo acquisito, per via di sua moglie, ma sempre parente.

Senza contare che, da qualche tempo, anche sua moglie - quella che ha sempre sostenuto che le crisi  sono delle opportunità basta saperle cogliere, come ha fatto Lei, con l'aiutino del suo maritone - scorazza per i teatri italiani con un progetto dedicato alla 'legalità'.  E se lo dice lei come non crederle?

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