(
22.12.2013) Mio caro, leggendo la tua ultima mail mi è tornato in
mente un libriccino di Erasmo. Uno dei suoi spunti più gustosi lo
proposi anni fa a Bologna, al concorso internazionale di composizione
2 agosto, nella cui giurìa ero entrato soltanto perché amico del
segretario.
Purtroppo
abbiamo un'intelligenza che ha qualche ormone che non va. Io sono
diventato abbastanza impermeabile alle contrarietà che mi vengono
dalle scelte degli altri, amici compresi.
Sul
personaggio che hai nominato hai forse fatto troppo affidamento, per
quel che so di lui e delle sue cose. È una delle ragioni per le
quali aborro l'epiteto di musicologo e pretendo di essere definito e
considerato, forse più modestamente ma molto più esattamente,
critico musicale, avendo scritto il mio primo articolo a sedici anni
su un giornale di Chieti: era una lunga intervista a don Lorenzo
Perosi, segregato in Vaticano perché piuttosto farneticante. Mi
ricordo che durante l'intervista - procuratami da un certo mons.
Mattioli amico di alcuni amici di famiglia e poi mai più visto - il
Maestro cominciò a parlare male dei preti e del Vaticano e
immediatamente comparvero due suorone robuste come granatieri che me
lo tolsero letteralmente di peso e mi dissero che l'intervista era
conclusa! Non sono state le stesse satanasse a toglierti Music@ ma la
violenza e arbitrarietà del gesto sono identiche. Come diceva
Romeo, You and I are post our dancing days! Ti abbraccio,
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