Formalmente entro un paio di mesi il CdI del Teatro Regio di Torino dovrebbe presentare il bilancio dell'anno passato. Sarà in rosso, come si ha il timore di immaginare, a dispetto delle rassicurazione della vigilia?
Vergnano s'è dovuto dimettere - lasciando da parte le dichiarazione e le ragioni ufficiali - non potendo mantener fede alla corretta gestione del bilancio e neppure a dar corso alle tournée in America previste per maggio 2019, per mancanza di sponsor - come ha reso noto ufficialmente il CdI del Regio?
Quella delle tournée internazionali fu una delle principali ragioni del precedente durissimo dissidio fra lui e Noseda, poi ricomposto da Fassino, il quale era accusato dal sovrintendente di volersi costruire una carriera internazionale a spese del Regio - che fra l'altro soldi non ne aveva.
Ciò che Noseda non riusciva a far capire a Vergnano e cioè che le tournée rientrano fra i mezzi più idonei a promuovere l'immagine di un teatro - non importa alla fin fine che le paghi - riuscì Fassino a farglielo capire, con una doppia mossa: chiamando un direttore artistico gradito a Noseda, Gaston Fournier, e mettendo soldi nelle case del teatro.
Di tournée ha parlato in questi giorni anche un candidato della vigilia alla sovrintendenza torinese, Davide Livermore, che da qualche mese ha lasciato Valencia. Livermore ha chiarito le modalità di queste tournée e soprattutto, chi le paga. Teoricamente dovrebbe pagarle il paese invitante, con interventi di sponsor; in realtà nella gran parte dei casi le paga, in tutto o in massima parte, l'istituzione invitata, la quale certo si mette in vetrina, per quel che può mostrare, ma a sue spese.
Talvolta, nei casi in cui vi fossero ragioni di rappresentanza o di scambi fra pesi, lo Stato interviene con qualche contributo, il cui ammontare dipende dai legami politici e di altro genere fra le istituzioni ed il colore politico del Ministro. Oppure per strani traffici, come nel caso della tournée del Teatro San Carlo in America, lautamente finanziata dal Ministero, di cui Nastasi, era direttore generale e , contemporaneamente, anche commissario del Teatro, per la cui rilevanza internazionale avrebbe speso tutti i solidi, ma del Ministero non suoi.
Meglio non sfogliare l'album delle vergogne infinite!
Quello stesso problema covava evidentemente sotto l'apparente calma, fino a questa seconda esplosione, contro la quale non ha potuto nulla neppure La Rotella, segretario generale della 'Fondazione per la cultura di Torino', moglie di Vergano, e come lui invisa ad Appendino; alla quale tutti hanno sempre riconosciuto la capacità di trovare i soldi necessari per promuovere la cultura a Torino: il Festival Mito, il Salone del libro ma anche il Regio del marito. E adesso che succede? La Rotella non è stata capace di trovare sponsor per quelle tournée?
Certo è più facile trovare soldi, quantomeno scucirli ai ricchi, quando istituzioni culturali e Comune sono retti da esponenti del medesimo partito; quando invece, le cose cambiano - come a Torino o a Roma, i rispettivi sindaci non vedono l'ora che i responsabili di dette istituzioni facciano un passo falso per metterli alla porta. Per metterci, poi, chi?
Se in sostituzione di Vergnano - che comunque aveva fatto il suo tempo ed era ora che, dopo vent'anni, si riposasse, lo abbiamo sempre sostenuto! - la sindaca Appendino, mal consigliata dal suo compare, analfabeta come lei in musica, Grillo, ci mette Graziosi, siamo cascati dalla padella - quella di Vergnano che con Noseda, negli ultimi anni, aveva fatto ben figurare il comune teatro - alla brace, come è quella di un personaggio vissuto sempre nelle periferie del mondo musicale, promosso a quell'incarico solo per volontà di Grillo.
Noseda, dal canto suo, ha fatto sapere che lui con questo Regio declassato, non intende più lavorare. Insomma che non ha tempo da perdere con il Regio di Graziosi e della Appendino. La Appendino capisce il senso di questi messaggio? Noseda è l'immagine del Regio, come Pappano di Santa Cecilia e Chailly della Scala. Certo occorre avere anche dei buoni amministratori. Ma che ne sarebbe di Santa Cecilia se Pappano lasciasse - visto che Dall'Ongaro conta come il due a briscola senza Pappano od un altro direttore di pari grado? La stessa cosa può dirsi per il Regio. Chi vorrà come direttore artistico e musicale Graziosi? Abbiamo già i capelli dritti in testa, solo pensando ai suoi collaboratori artistici recenti, e temiamo che anche a Torino vorrà ancora di quelli avvalersi. E allora addio Regio!
P.S.Oggi Repubblica affida ad un giornalista che non è Leonetta Bentivoglio, il pezzo sulle dimissioni di Noseda. Nel pezzo non si parla mai del direttore artistico, Gaston Fournier- Facio ( è ancora marito della giornalista?) decaduto assieme al sovrintendente. Forse che lui s'è dichiarato disponibile a collaborare con Graziosi, nonostante tutto? E sua moglie, o ex moglie, non condivide tale posizione?
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