Un
miracolo della storia del cinema italiano. Ancora dopo sessant'anni.
Ritorna in tutto il suo splendore Miracolo a Milano,
capolavoro firmato da Vittorio De Sica che nel 1951 trasportò sul
grande schermo il romanzo di Cesare Zavattini Totò il buono che
lo aiutò nella scrittura del copione).
La
versione in celluloide del film, premiato con la Palma d'Oro a Cannes
(concorreva con classici come Eva contro Eva di Joseph L.
Mankiewicz) è stata riversata sul digitale e restaurata.
Un'operazione voluta dall'Associazione Amici di Vittorio de Sica e
realizzata grazie al sostegno economico della Sea Aeroporti di
Milano. E il 14 febbraio il film rimesso a nuovo verrà presentato
proprio a Milano, al Piccolo Teatro Strehler con i fratelli De Sica,
Manuel e Cristian, le autorità cittadine e il presidente di Sea
Giuseppe Bonomi. E su Corriere.it, in esclusiva, i cinque
minuti del finale fantastico nella versione restaurata.
«Perché
Miracolo
a Milano è
proprio un pezzo di cultura milanese e lombarda», sorride Manuel De
Sica che da anni con l'Associazione Amici di Vittorio De Sica salva e
riporta al loro antico splendore i film di suo padre.
E quel film di 60 anni fa, che doveva intitolarsi I poveri disturbano, è «un atto di omaggio da parte di mio padre all'immaginario di Cesare Zavattini che tanto ha fatto per la cultura a Milano». Ma non solo. Miracolo a Milano, «è un raro film di genere fantastico dove i toni apparentemente fiabeschi, in realtà contengono una carica eversiva di feroce satira sociale, ancora molto attuale». E oggi, «insieme a Ladri di biciclette e a Umberto D. l'opera si colloca nella storia del cinema come film di importanza planetaria». Conferma Bonomi, presidente Sea: «Siamo orgogliosi di sostenere il restauro di un'opera cinematografica che costituisce uno dei capisaldi del patrimonio culturale di Milano e uno degli elementi di vanto della città nei confronti di tutto il mondo».
Ma
non c'è solo Miracolo
a Milano
.
Sono molte le opere di Vittorio De Sica che soffrono l'età e
avrebbero bisogno di un restauro. Lo racconta ancora il figlio Manuel
che proprio in questo periodo sta scrivendo «Di figlio in padre»
per Bompiani e che dal '94 guida l'Associazione che si occupa di
riportare a nuova vita i film di suo padre: «Il restauro da
celluloide a celluloide purtroppo non resiste al tempo e così
Umberto
D.,
il primo che restaurammo nel '94, oggi avrebbe bisogno di un nuovo
intervento per portarlo in digitale». Per non parlare di Sciuscià,
«è il più danneggiato perché fin dall'inizio realizzato con dei
difetti, era appena finita la guerra e i soldi non erano molti».
Il
problema come sempre sono i fondi. Finora i restauri di film come
Umberto D.e Ladri di Biciclette (questo in
digitale) sono stati possibili grazie all'intervento di privati.
Ma De Sica sogna un «restyling» anche per quelle pellicole meno
conosciute ma ugualmente fondamentali per la storia del cinema:
«Sogno un intervento dello Stato per I bambini ci guardano Il
tetto, I giardini dei Finzi Contini, e, certo, anche
Sciuscià, naturalmente». Opere che Manuel De Sica porta in
giro per il mondo. Nelle scuole soprattutto: «Perché i ragazzi di
oggi ignorano del tutto quel cinema: in un sondaggio di qualche tempo
fa si scopriva che gli adolescenti di oggi non abbiano idea di chi
sia Anna Magnani...». E purtroppo, «gli esercenti non ne vogliono
sapere di proiettare quei vecchi film restaurati nelle loro sale».
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