Il Teatro Regio di Torino navigava in cattive acque (per il bilancio e per il pubblico) - era noto da tempo. Adesso, fra breve, verrà approvato il bilancio del 2017 e i nodi del passato verranno di nuovo al pettine, come già un'altra volta in passato quando il sindaco Fassino dovette metterci soldi del Comune.
Altra cosa fu il dissidio che si consumò pochi anni fa fra Vergano e Noseda sulla conduzione del teatro, ricomposto dal sindaco del tempo, Fassino, il quale chiamò a Torino Gaston Fournier in veste di mediatore fra i due.
Poi l'arrivo di Appendino, Cinquestelle, e la pace già fragile, non ha retto più, anzi si è aggravata per la presenza del terzo incomodo: il sindaco; quando il precedente aveva fatto da paciere.
Appendino, la fragile signora torinese - sembrerebbe anche eterocomandata - dalla faccia acqua e sapone, voleva fare piazza pulita di tutte le nomine di prestigio assunte dal suo predecessore, tanto che si disse da subito che Vergnano non le era gradito e neanche la di lui moglie, La Rotella che Fassino aveva messo a capo della Fondazione per la cultura. Si andava dicendo allora che La Rotella sarebbe stata dimessa, e invece no, chi si è dimesso è stato Vergnano, suo marito (che si è evidentemente sacrificato per la consorte) - per ragioni personali, ha detto... lo vada a raccontare ad altri.
Noi da molto tempo andiamo dicendo che era troppo tempo che Vergnano comandava a Torino - quasi vent'anni - un tempo biblico, inaccettabile nelle istituzioni culturali che hanno bisogno di ricambi continui e nuove idee, per non favorire rendite di posizione e legami troppo stretti e duraturi. con chicchessia.
Ma non di finire peggio come sembra invece prospettare l'arrivo, stabilito in un paio di giorni, di William Graziosi, chiamato a Torino dalle Marche, dalla Appendino, perchè di 'simpatie' grilline.
Come del resto era anche Del Monaco, il cui nome si faceva alla vigilia, perchè amico , o legato a Beppe Grillo(Nelle ultime ore era circolato anche il nome del regista Davide Livermore, che ha da poco lasciato Valencia - per i soliti inevitabili dissidi con la politica, che sa solo far danni, specie in campo culturale).
Ma partendo da Del Monaco e Livermore, non si può finire a Graziosi, che negli ultimi anni ha diretto un festivalino ( Jesi) e qualche teatro della periferia del mondo, lasciando dietro anche una scia di soldi mancanti (buchi di bilancio, debiti).
Ora che il livello si è abbassato, non ci meraviglieremmo se anche le due nomine a lui spettanti, cioè quella del direttore musicale e del direttore artistico, scendessero al suo livello. Noi abbiamo in testa un paio di nomi che farebbero navigare la nave del Regio in acque ancora più agitate.
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