Firenze è sempre stata considerata come una sorta di zona franca, fra Milano (Scala) e Roma (Opera), dove, invece, chi ci è passato, prima o poi, ha dovuto pagare pegno. I casi di Abbado e Muti stanno a testimoniarlo.
Sia Abbado, quand'era in vita, che Muti prima di tornare a Roma o a Milano s'erano fatti ascoltare a Firenze, accampando talora ragioni sentimentali. Nel caso di Muti, perchè Firenze era stato il suo primo incarico stabile in Italia, dopo la vittoria del Premio Cantelli, chiamatovi da Roman Vlad, la riconoscenza verso il quale Muti ha sempre dimostrato anche prendendo per mano il suo figlio diletto e piazzandolo all'Opera di Roma, dove forse con le sole sue forze non sarebbe mai giunto, come anche in altri incarichi sui quali il grande direttore mantiene una sua influenza, se non diretta, almeno di prestigio.
Comunque resta il fatto che sia Abbado che Muti, in Italia, nei periodi di maretta con le rispettive orchestre di titolarità passata, oltre le orchestre giovanili dagli stessi fondate ( le Orchestre Mozart e Cherubini), le rare volte che hanno diretto in Italia, hanno diretto a Firenze, l'Orchestra del Maggio fiorentino, fra le più prestigiose. L'Orchestra dell'Accademia di Santa Cecilia, altra anomalia, nè l'uno nè l'altro l'hanno diretta per anni; e, nel caso di Muti, crediamo una delle sue rare volte ai tempi di Siciliani, perciò un secolo fa.
Ora Muti torna a dirigere, in due concerti, l'Orchestra fiorentina che da poco ha un suo direttore musicale, in Fabio Luisi, ed un direttore ' a vita', più o meno, in Zubin Mehta che l'ha guidata per anni ed anni. Ma non ha più un sovrintendente, dopo le dimissioni irrevocabili di Francesco Bianchi che ha fatto sapere pubblicamente di aver risanato i conti della Fondazione. E tutti si augurano che sia la volta buona.
Nei giorni scorsi ci siamo permessi di suggerire a Nardella ed anche a Franceschini, ai quali spetta il compito di individuare e nominare il nuovo capo dell'Opera di Firenze, il nome di Carlo Fontana, che, fra tutti i manager 'culturali' in circolazione ed in fondo liberi da incarichi simili è forse il più titolato. Sempre che lui lo voglia e che voglia anche abbandonare la presidenza dell'AGIS, dove sembra essere da anni a 'bagnomaria'. E sarebbe sicuramente la scelta migliore per Firenze. Naturalmente sarebbe opportuno, vista la disponibilità di Bianchi a restare sino alla fine di aprile, che la nomina eventuale di Fontana avvenisse dopo la fine di marzo, per non fargli incrociare come padrone di casa Muti, con il quale i rapporti alla Scala non furono alla fine e forse anche durante, sempre felici.
Dopo la fine di marzo il suo arrivo a Firenze sarebbe provvidenziale.
Ed ora una noterella sul programma che Muti dirigerà a Firenze: sinfonia da Guglielmo Tell di Rossini, Schubert, Sinfonia n.8, 'Incompiuta' e Brahms, Sinfonia n.2. Un programma che a noi sembra fatto non con la testa e considerando il dovuto peso che si deve alla musica ed alle singole opere.
Due sinfonie, in ciascuna delle due parti del concerto a noi sembrano come buttate lì, specie se consideriamo il senso che soprattutto la sinfonia di Schubert ha nella storia. Il programma ideale anche per il pubblico - non diverso potrebbe essere il discorso per il primo dei due concerti riservato agli ospiti del G7 che a tutto penseranno tranne che alla musica e che non vedranno l'ora di andarsene via - sarebbe di una prima parte composta da brani, due o tre, sulla falsariga della magnifica sinfonia rossiniana, che preparano alla seconda, dove da sole la Sinfonia di Schubert o Brahms sarebbero più che sufficienti.
Noi siamo sempre stati contrari ai programmi maratona, ed a quelli che in quattro serate, buttate lì due per sera, esauriscono, ad esempio, le sinfonie di Beethoven. Un simile ciclo con un simile ritmo non giova né alla musica né a chi l'ascolta.
Se poi la scelta di Muti è caduta su quei brani perché li straconosce, come anche l'orchestra fiorentina, in modo che con due prove possa concertarle, peggio ancora.
La prevista Sinfonia n. 8 Incompiuta di Schubert è stata sostituita, nel programma del concerto, con lo Stabat Mater di Giuseppe Verdi.
RispondiEliminagrazie dell'informazione. adesso il programma del concerto sarà nel solco da noi suggerito, e poi, per la gioia dei partecipanti, durerà meno consentendo loro di correre al banchetto ufficiale. Franceschini si vanterà di aver coinvolto Muti, e Muti a sua volta appena possibile presenterà al ministro il conto da pagare: finanziamenti più consistenti per il festival di sua moglie ed anche per la sua Orchestra 'Cherubini'. Ma queste ultime solo soltanto nostre illazioni.
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