Che Luca Bergamo, assessore alla 'ricrescita culturale' del Comune di Roma, avesse una passione smodata per i ponti - e Roma ne ha tanti, alcuni dei quali, per fortuna, negli spazi sottostanti, recano rifugio agli sbandati - lo si era capito a Capodanno, quando non era riuscito ad organizzare il concreto di fine anno al Circo Massimo, ed aveva ripiegato sui ponti, amatissimi.
Se non si può fare il 'concertone' di fine anno al Circo Massimo - per esclusiva responsabilità del suo assessorato che, come altre volte, ha mandato fuori il relativo bando il 6 gennaio successivo - di fronte alla critica generale della città, che ti inventa l'assessore alla 'ricrescita culturale e ai ponti'?
Pensa e si rivolge a tutti quelli che dopo mezzanotte usciranno da locali e case private dove hanno partecipato a feste e libagioni. Non andranno mica a casa, tanto l'indomani è festa - s'è detto l'assessore. E allora, dalle 3 in punto della notte, cominciando dal cosiddetto Ponte della Musica - ribattezzato dai romani 'ponte inutile' - ecco il suo programma di 'inizio anno'. Tutti festeggiano la fine, noi, originalissimi romani, festeggiamo l'inizio.
E così su quel ponte dovevano suonare un centinaio di violoncellisti guidati da Sollima, il quale ha subito fatto sapere che non sarebbe riuscito ad arrivare a Roma dalla natia Palermo, dopo la festa di mezzanotte. Incuranti dell'umidità. A questo Bergamo non ci aveva pensato; in fondo che gli fregava a lui se i violoncelli temono l'umidità ed anche, magari, la pioggerellina?
Passa del tempo e si vede che l'idea dei ponti a Bergamo continua a piacere. Anzi diventa un suo chiodo fisso. Una dopo l'altra comincia a smantellare qualunque progetto, a chiudere qualunque istituzione culturale della città...perchè - ha spiegato l'altro ieri nel corso della presentazione dell'ennesimo festival dedicato ai libri ed impiantato da Marino Sinibaldi di Radio 3 - lui non ama i protagonismi incarnati dalle singole istituzioni o manifestazioni, lui vuole accorpare, unire, creare PONTI.
Qualche giornalista l'aveva incalzato sulla chiusura della 'Casa delle Letterature' e sulla defenestrazione di Maria Ida Gaeta. La sua risposta è stata: fra quella casa e il sistema delle biblioteche, abbiamo creato un nuovo ponte; e la Gaeta, che voi considerate defenestrata, è una ricchezza che sfrutteremo, al di fuori del Festival a Massenzio, che Lei aveva inventato e che ha fatto il suo tempo. Ora basta.
Lo stesso discorso vale per la Casa del Jazz e Musica per Roma - anche lì nuovo ponte - e fra la Casa del Cinema e l'omonima Festa- Festival di Roma - altro ponte.
Perciò - ha detto, in conclusione, Bergamo - se vedrete sparire altre istituzioni o manifestazioni, niente allarmismo, non sono sparite, chiedetevi con chi hanno fatto PONTE.
P.S. Ancora ieri tutti gli 'scomparsi' o in via di 'sparizione' nella cultura di Roma si sono riuniti in associazione - ci si è messa indebitamente, anche la Corte dei Conti che alcuni di loro li vuole in mezzo ad una strada, mentre l'assessore Bergamo sta a guardare e pensa solo a non far perdere al Comune la responsabilità ( in effetti le entrate, i soldi, chiaro?) del Colosseo e dintorni che Franceschini vuole per il Ministero - per far sentire più forte la loro voce. Solo Nicola Piovani pensa di concedere altro tempo al sindaco ed all'Assessore per vedere cosa faranno?
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