Anche la storia dei compensi delle star in Rai finirà come tutte le altre: a schifio! Perchè le star naturalmente non stanno ferme a guardare, come le stelle del celebre romanzo di Cronin. Si sono mosse, dagli avvocati di Bruno Vespa, allo stesso Ministero dell'Economia che ha chiesto un parere, non vincolante, all'Avvocatura dello Stato.
Gli avvocati del celebre giornalista hanno rispolverato una legge vigente che fermerebbe la mano del boia pronta a decapitare i suoi compensi, come anche quelli di altri.
E l'Avvocatura dello Stato ha fatto sapere al Ministero che i compensi delle star, non sono da mettere in rapporto con il Canone - non rientrerebbero nel canone (cosa abbiano voluto dire, a noi non è chiaro!) - dunque possono viaggiare allegramente.
S'è letto di una sola limitazione, e cioè che il viaggio allegro dei compensi riguarda solo le star dello spettacolo, comprese quelle delle fiction che oggi in tv rappresentano una magna pars sia della programmazione che degli ascolti sostanziosi. Sarebbero esclusi, dunque potrebbero essere toccati dal 'calmiere', le star che hanno a che fare con il giornalismo: ad esempio Vespa o Angela ( quale? l'Angela o l'Arcangela?) ma anche Fazio, che appartiene invece alla schiera dei Cherubini o, se si preferisce, dei Serafini. La pacioccona della cucina di Rai 1 sarebbe salva.
Lui, Fazio, ha già messo 'le ali' avanti."Quale che sarà la rete televisiva con la quale collaborerò o lavorerò, vorrei produrre i miei programmi, oltre che presentarli". Si sa che lui è uno dei più pagati in Rai e perciò, temendo di essere declassato - quanto a compenso- aggira l'ostacolo e pretenderebbe - lui, da 'angelo', dice, quasi sommessamente, 'vorrebbe' - produrre i suoi programmi da vendere a chicchessia 'chiavi in mano' ( 'soldi in tasca') al prezzo che vuole.
Tutta questa storia, perciò finirà nel nulla, e sul calmiere dei loro compensi anche questa volta calerà il silenzio. Di conseguenza, nessuno più, nei prossimi mesi od anni, potrà dirgli che guadagnano troppo; e chi lo facesse si sentirebbe rispondere che la questione è chiusa e non si può riaprire.
Attendersi da questi missionari dello spettacolo o dell'informazione che, autonomamente, si taglino i compensi è speranza vana. Accamperebbero sempre due ragioni. Che con i loro programmi fanno guadagnare la Rai; e che, se non li paga come finora ha fatto, sono pronti a prendere baracca e burattini per trasferirsi altrove.
Sulla prima delle due ragioni noi non sappiamo opporre obiezione, ma sulla seconda sì. Non sarebbe la fine del mondo per l'Italia, nè il fallimento per la Rai, se se ne andassero, sempre che ci siano - come loro assicurano, ma non è dimostrato!- altri pronti ad accoglierli alle stesse condizioni Rai.
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