Quella che doveva essere una giornata di festa, la commemorazione dei sessant'anni dalla firma dei cosiddetti 'Trattati di Roma' in Cmapidoglio - i trattati che avviarono il processo dell'Unione europea - rischiano di trasformarsi in un incubo generale, nonostante questa parla non vada a genio a Michele Serra. Ma in questo caso non ne consociamo una più adatta.
Dunque sabato saranno a Roma 40 fra capi di stato e di governo dei paesi dell'Unione. si immagina che arriveranno nella Capitale il giorno prima , alloggeranno all'Hilton sulla collina di Monte Mario, da dove scenderanno per raggiungere il Campidoglio dove ci sarà la celebrazione ufficiale. Notiamo appena che si tratta almeno della terza celebrazione, le altre due si sono svolte nei palazzi del Potere in questi giorni.
Ma quel giorno a Roma, con la crema delle politica e del governo europeo, speriamo quel miserabile di Dijsselbloem non si faccia vivo, sfileranno per le strade. presidiate da oltre 3000 forse dell'ordine, cinque cortei, nei quali si teme ci possano essere infiltrazioni di facinorosi che potrebbero mettere la città a fuoco e fiamme, sebbene le zone interessate alla celebrazione siano interdette al traffico.
I cittadini e gli esercizi commerciali e pubblici sono terrorizzati, perché altre volte hanno vissuto in occasione di cortei turbolenti, ore drammatiche.
Intanto come non bastasse questa atmosfera da coprifuoco, saranno chiusi Colosseo ed altri monumenti importanti - ma forse si limiteranno a chiudere i monumenti intorno ai luoghi toccati dalle celebrazioni, come l'intero Foro romano.
Intanto, combinazione, il 25 e 26 saranno celebrate le giornate del FAI, in occasione delle quali in tutta Italia, Roma compresa, potranno essere visitate e scoperte meraviglie su meraviglie.
E il Papa che sapeva da tempo delle celebrazioni dei Trattati di Roma, se ne va in visita a Milano. Perché non ha scelto un'altra data, restando a Roma il 25? Non gli è stata chiesta né è stata prevista una udienza? Il Papa, se anche richiesta, potrebbe non averla concessa, in profondo dissenso con le politiche comunitarie che chiudono gli occhi di fronte alla povertà, al dramma dell'emigrazione, affamando perfino i suoi cittadini? O forse ha pensato che, a causa del terrorismo - e mai decisione sembrerà più provvidenziale dopo l'attacco di ieri a Londra e quelli dei giorni passati a Parigi - era meglio egli obiettivo da sempre sensibile, girare alla larga a Roma, dove sabato anche senza di Lui, c'è già molto da proteggere?
A noi, anche se non riusciamo a trovare una ragione convincente, sembra per lo meno strano che Papa Francesco, senza motivo, per semplice coincidenza, abbia scelto per la sua visita a Milano, di partire sabato 25, di buonora dall'aeroporto. Quale aeroporto? Non saranno abbastanza intasati per le celebrazione? Ci voleva anche la partenza dell'aereo papale?
Nessun commento:
Posta un commento