Il prof. Izzo, primario all'Istituto 'Pascale' per i tumori a Napoli, specialista di chirurgia interna ( fegato) è finito ai domiciliari, assieme a sua moglie Di Capua - con la quale comunque anche prima divideva il domicilio, ed anche gli affari! - per una truffa ai danni dello Stato del valore di 2 milioni di Euro circa - che gli sono stati cautelativamente, sequestrati fra denaro contante e beni - nel breve volgere di poco più di un anno. Che faceva il sant'uomo, per il quale ci auguriamo almeno che sapesse operare i suoi pazienti, visto che poi li truffava indirettamente attraverso la truffa allo Stato? Acquistava del materiale già costoso, pagandolo ad un prezzo doppio, senza gara, accampando motivi di urgenza ed altre diavolerie che chi amministra e vuole rubare conosce bene, e lo acquistava da una società che faceva capo a sua moglie e nella quale anche lui aveva diretti interessi. Che mascalzone!
Intanto è finito ai domiciliari - perchè non dietro le sbarre? Forse perchè, comunque, non può reiterare, non mettendo piede in ospedale per un pò, il furto. Se il giudice lo avesse condannato a tornare in ospedale per il suo normale orario di lavoro - come ha fatto un giudice pazzo con degli assenteisti cronici - sicuramente avrebbe continuato nella sua azione di ladro, congiunta a quella di medico.
Però...però come si fa a mettere a capo di un reparto un medico che, per quanto bravo, è nipote di De Lorenzo, finito in galera per traffici assai simili a quelli del nipote e condannato? L'antico detto 'buon sangue non mente' non ha insegnato nulla?
Da un cognome ad altri, in questo caso solo per un innocuo passatempo e per prenderci una rivincita su quanti hanno ironizzato e scherzato sul nostro cognome, del quale non ci vergognamo, per quanto assai curioso: acquafredda.
Se si fa dell'ironia su 'acquafredda', che si dovrebbe dire di Luca Lotti, finito nell'affare Consip? Perchè Renzi, quando l'ha chiamato a Roma, non ha pensato a tenerlo lontano dai vari 'lotti' degli acquisti pubblici, tenendo presente che se fai sentire ad uno il profumo dei soldi, ad uno che si chiama Lotti, dàgli oggi e dàgli domani, su alcuni lotti vuole metterci bocca ed anche mano?
Per non parlare, sempre per continuare con l'innocuo passatempo dei cognomi, di Oscar Pizzo, chiamato a Palermo in un delicato incarico al teatro Massimo. Insomma uno che si chiama Pizzo lo fai direttore artistico di un teatro in Sicilia? Come puoi essere certo che quando al telefono chiedono di 'pizzo' non parlino dell'illustre direttore artistico Pizzo, ma stiano chiedendo il pizzo, quello vero, che a Palermo, ed anche altrove, non è una rarità?
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