mercoledì 6 novembre 2024

Schiavi per Amazon. Una storia esemplare

  «Sono qui di fronte ai cancelli di Amazon per denunciare il mio licenziamento dopo quattro anni di attività sindacale che ho cercato di portare avanti per la sicurezza mia e degli altri lavoratori del settore». Così Valter De Cillis, 30 anni, rappresentante sindacale dell’Usb, ha raccontato ieri la sua storia di dipendente della Levane logistica, ditta di Bari che gestisce in subappalto le consegne per la multinazionale del commercio statunitense che ha un hub a Montacchiello. Da qualche giorno è stato licenziato, dopo una serie di richiami per non essere spesso riuscito a completare il suo lavoro. «Vale a dire consegnare tra i 150 e i 200 pacchi giornalieri in neanche sei ore nette – spiega – . Un lavoro massacrante per me e per tutti i colleghi che ho più volte contestato a livello sindacale.

Ieri De Cillis, insieme ad altri esponenti dell’Usb, ha manifestato davanti ai cancelli dell’hub Amazon di Montacchiello. Vale a dire il luogo dove materialmente caricava i pacchi per conto della Levante logistica. «Per anni mi hanno contestato la produttività e sono stato più volte sospeso dal lavoro per provvedimenti disciplinari», ammette De Cillis. Nell’arco di un paio di anni si è visto recapitare più di 30 contestazioni disciplinari e, prima di essere licenziato, gli sono stati applicati più di 40 giorni di sospensione dal lavoro. Una situazione dovuta, però, «ai carichi esagerati di lavoro e una filiera in cui un dipendente a contratto a tempo, di fatto, è trattato come un lavoratore a cottimo», è la sua denuncia.

«Ho sempre messo il massimo della diligenza e dell’impegno – prosegue il sindacalista – , ma in diverse occasioni mi è stato esplicitamente contestato di aver riportato dei colli indietro. Non credo di non aver rispettato il contratto e la mia mansione e per questo insieme al sindacato impugneremo il licenziamento deciso dalla Levante logistica che riteniamo illegittimo».

L’azienda barese, contattata dal Tirreno, non ha risposto alla possibilità di replicare alle accuse lanciate da De Cillis che aggiunge un ulteriore elemento: «Oltre alle contestazioni sulla produttività, sono stato accusato di essere aggressivo e violento. Hanno danneggiato la mia immagine per un semplice motivo: sono un sindacalista». L’attività sindacale, secondo il lavoratore licenziato, «non è ben vista in generale ed è contrastata in tutti i modi se considerata “ostile”».

De Cillis, infine, mette nel mirino tutto il sistema di subappalti che si svolge nell’hub di Amazon a Montacchiello e in altri settori che operano nella logistica: «C’è bisogno di tutelare la nostra attività che, nel corso degli anni, è stata man mano destrutturata e occorre dare forza ai sindacati che portano avanti le rivendicazioni non per De Cillis ma per tutti i lavoratori come me».

Nessun commento:

Posta un commento