martedì 12 novembre 2024

Messiah di Haendel cancellato in Finalndia, per non urtare la sensibilità religiosa degli studenti


Il "Messiah" proibito


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Suomalainen Barokkiorkesteri (foto Jaakko Paarvala)
Suomalainen Barokkiorkesteri (foto Jaakko Paarvala)

Fa molto discutere in Finlandia la decisione del direttore di una scuola 

media della regione di Uusimaa di sospendere l’esecuzione prevista 

del Messiah di Händel con la Suomalainen Barokkiorkesteri, l’Orchestra 

barocca finlandese, e il Coro da Camera di Helsinki per non creare 

discriminazioni su base religiosa negli studenti della scuola. Il concerto

 rientrava nel progetto Lähelle, sostenuto da finanziamenti pubblici con

 l’obiettivo di presentare gratuitamente musica di qualità in scuole e 

biblioteche.


Per le autorità politiche e religiose del paese la condanna è pressoché 

unanime. A dirsi «sconvolta per la decisione» è Laura Kajander, direttrice

 esecutiva dell'Orchestra barocca finlandese, che si dice preoccupata per

 l’educazione nelle discipline artistiche dei giovani finlandesi soprattutto

 in un contesto di tagli dei finanziamenti pubblici alle attività culturali operati

 dal governo di centrodestra finlandese. «Se oltre ai tagli ci si deve 

preoccupare anche del tipo di cultura che deve diffondere – ha aggiunto – 

allora ci sono molti motivi per essere preoccupati». 

 «Che razza di società è quella in cui agli studenti non è permesso ascoltare

 un concerto barocco e apprendere la storia culturale?» si chiede il Ministro

 della Sicurezza sociale Sanni Grahn-Laasonen, esponente del Partito 

della coalizione nazionale di centro-destra, che aggiunge: «Un tale eccesso

 di sensibilità non tutela i diritti, ma limita le opportunità»

 Anche la Chiesa fa sentire la propria voce attraverso le parole di Teemu 

Laajasalo, vescovo della diocesi di Helsinki: «I tratti cristiani non possono

 essere eliminati dal nostro background. Anche se l’arte fosse vietata, 

ripulire il nostro ambiente dalle tracce del cristianesimo richiederebbe un

 cambiamento notevole: viviamo nel 2024, abbiamo una settimana di sette

 giorni e una paga doppia il settimo giorno, destinato al riposo. Tutto questo

 è frutto della storia».

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