Un attacco coordinato ai giornali non filo-governativi, guidato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dalla stampa a lei amica: Giornale e Libero. Nel mirino finiscono Repubblica, Domani e Fatto quotidiano, ma anche singoli cronisti la cui "colpa" è stata quella di incontrare la delegazione guidata dal sindacato europeo dei giornalisti nella propria missione a Roma, lo scorso maggio.
Da quella due giorni di fitti incontri, anche istituzionali - non con membri del governo: gli invitati si negarono tutti - ne è uscito il report di Media Freedom Ue pubblicato ieri e nel quale sono riportati giudizi molto duri sullo stato di salute della libertà di stampa nel nostro Paese, "sottoposta a una crescente pressione con attacchi senza precedenti dalla maggioranza di governo". Non potendo però entrare nel merito, con ogni evidenza, da Pechino Meloni si appiglia all'ascolto di 'stakeholders' di testate 'nemiche', peraltro indicato con ogni trasparenza nel dossier stesso, per tentare di delegittimarlo. In contemporanea, questa mattina su Libero ad esempio esce un articolo con questo titolo: "Cronista di Repubblica fonte del dossier Ue anti-Giorgia", un riferimento al nostro collega Matteo Pucciarelli, citato nel documento e membro della rappresentanza sindacale interna di questo giornale.
"Le liste di proscrizione sono una pratica inaccettabile - dice il presidente di Fnsi, Vittorio Di Trapani - che rischia di diventare pericolosa. Solito metodo: creare distrazioni per non parlare del merito". Il segretario generale della Federazione europea dei giornalisti, Ricardo Gutiérrez è netto: "La propaganda di Stato inventa il concetto di 'giornalisti anti-Meloni' per descrivere giornalisti che difendono la libertà di accesso all'informazione dei cittadini". Il senatore pd Walter Verini si dice "sconcertato": "La presidente del Consiglio è evidentemente allergica ai principi della democrazia liberale e la sua reazione non è molto diversa dalle reazioni di Ignazio La Russa dopo l'aggressione neofascista subita da Andrea Joly, tese quasi a colpevolizzare l'aggredito. Per fortuna giusto pochi giorni fa il presidente della Repubblica si è fatto interprete dei corretti principi che dovrebbero animare il rapporto tra politica e giornalismo".
Nicola Fratoianni dell'Alleanza Verdi Sinistra considera “fuori luogo le esternazioni della presidente del consiglio dalla Cina: nessun complotto in corso, nei Paesi democratici come i Paesi Ue esistono delle verifiche su quanto viene compiuto e su quanto viene denunciato. Che nel nostro Paese sia in corso un’involuzione nel rispetto dei diritti dei cittadini, che l’attuale governo prediliga forzare in senso autoritario le Istituzioni, che la libertà di stampa sia messa a dura prova quotidianamente, che ci sia stata l’occupazione del servizio pubblico radiotv da parte della destra e con esiti disastrosi per quanto riguarda ascolti ed autorevolezza, sono fatti non certo opinioni e sono sotto gli occhi di tutti i cittadini italiani – commenta – Che poi i giornali di proprietà dei partiti di destra stiano montando la bufala del complotto dei giornalisti ‘rossi’ che intendono vendicarsi con Palazzo Chigi, al limite, è proprio la conferma dei tristi tempi che corre la nostra democrazia”.
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