“Credo che il mio primato come presidente, la mia leadership nel mondo, la mia visione per il futuro dell'America meritassero tutti un secondo mandato. Ma niente può ostacolare il salvataggio della nostra democrazia e questo include l'ambizione personale”. È con queste parole che, in un breve e solenne discorso alla nazione pronunciato dallo Studio Ovale, Joe Biden ha spiegato il suo ritiro dalla corsa presidenziale.
“In questi mesi farò il massimo. La salute non c'entra: è il momento di voci più giovani e di passare il testimone”. Così il presidente ha fatto ufficialmente un passo indietro a favore della candidatura di Kamala Harris, la nuova leader per i Democratici alle presidenziali Usa. “Harris ha esperienza ed è una donna forte”, ha detto. Eppure il suo corpo parlava di altro: il corpo rigido, la voce flebile e i passaggi lenti hanno mostrato l’immagine di un uomo alla fine di una stagione.
“La storia è nelle vostre mani”
È stato il discorso alla nazione più atteso quello che il presidente ha pronunciato questa notte (alle 8 di sera di Washington, le 2 ore italiane) dallo Studio Ovale, sostenuto dalla moglie Jill e il figlio Hunter. Dopo un lungo braccio di ferro tra chi, all’interno del partito, chiedeva il ritiro della sua candidatura e Biden deciso ad andare fino in fondo, le sue parole hanno dato l’imprimatur all’entrata in campo della sua vice.
“Il bello dell'America è che qui non governano re e dittatori. Lo fa il popolo. La storia è nelle vostre mani. Il potere è nelle vostre mani. L'idea dell'America è nelle vostre mani – ha scandito il presidente - Dovete solo mantenere la fede, mantenere la fede e ricordare chi siamo - siamo gli Stati Uniti d'America, e non c'è semplicemente nulla, nulla che vada oltre le nostre capacità".
L’uscita di scena
Parole studiate fino all’ultimo istante, pensato insieme al consigliere Thomas Donilon per consentire a Biden di uscire di scena a testa alta. “Ho deciso che il modo migliore per andare avanti è passare la torcia a una nuova generazione. È il modo migliore per unire la nostra nazione. C'è un tempo e un luogo per i lunghi anni di esperienza nella vita pubblica. C'è anche un tempo e un luogo per nuove voci, voci fresche, sì, voci più giovani, e quel tempo e quel luogo è ora”.
L’endorsement per Kamala
“Credo che l'America sia a un punto di svolta, uno di quei rari momenti della storia in cui le decisioni che prendiamo ora determinano il destino della nostra nazione e del mondo per i decenni a venire”. Joe Biden lo sottolinea nel suo discorso alla nazione di undici minuti che pronuncia dallo Studio Ovale della Casa Bianca.
"L'America – ha detto – dovrà scegliere tra andare avanti o tornare indietro, tra speranza e odio, tra unità e divisione. Dobbiamo decidere se crediamo ancora nell'onestà, nella dignità, nel rispetto, nella libertà, nella giustizia e nella democrazia”.
“Non c’è posto per la violenza”
“In America non c'è posto per la violenza politica, o per qualsiasi tipo di violenza, mai”, ha detto Biden in quello che potrebbe essere un riferimento all'attentato del 13 luglio scorso contro Donald Trump, che nel discorso non ha mai citato. “Continuerò a difendere le nostre libertà personali – ha detto – e i nostri diritti civili, dal diritto di voto al diritto di scelta. Continuerò a denunciare l'odio e l'estremismo. Continuerò a parlare apertamente per proteggere i nostri figli dalla violenza armata e il nostro pianeta dalla crisi climatica”.
L’appello finale
“L'idea dell'America è nelle vostre mani: agiamo insieme per preservare la democrazia". È il passaggio finale del breve e conciso discorso di Biden agli americani. “Quindi agiamo insieme, preserviamo la nostra democrazia”, è l'appello di Biden, che sottolinea ancora come “l'America sia un'idea: un'idea più forte di qualsiasi esercito, più grande di qualsiasi oceano, più potente di qualsiasi dittatore. Non siamo mai stati pienamente all'altezza di questa sacra idea, ma non ce ne siamo mai allontanati. E non credo che il popolo americano se ne allontanerà adesso”.
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