Non avrebbe mai immaginato di diventare il primo mozambicano laureato in un conservatorio italiano, quello di Castelfranco Veneto, in provincia di Treviso. Ma a ben vedere, le premesse c’erano tutte: un talento innato per la musica, una voce di rara bellezza, una buona dose di tenacia e, non da ultimo, un protocollo di collaborazione Italia Mozambico promosso nel 2017 dal conservatorio castellano «Agostino Steffani». A poche settimane dal diploma accademico triennale in canto lirico (109 su 110), Samuel Manica Jr guarda avanti: «Sogno di interpretare Otello, e non mi servirebbe neanche il trucco» sorride divertito. Ventisette anni, nato a Maputo da una famiglia di fabbri è il più giovane di dieci fratelli. La sua è una storia complessa, come spesso accade a chi lascia il proprio paese d’origine in cerca di fortuna.
Com’è nata la sua passione per la musica?
«Tutto è iniziato grazie a un corso di lettura musicale in chiesa, in Mozambico. Avevo 14 anni. Mi sono appassionato e ho iniziato a studiare pianoforte e composizione da autodidatta. Suonavo anche la tastiera durante le funzioni e nel 2012 sono diventato il maestro del coro in una delle più importanti chiese presbiteriane del Mozambico».
Com’è arrivato in Italia?
«Dopo il diploma da geometra, mi sono iscritto all’Università della musica di Maputo dove ho studiato per tre anni pianoforte. Era il 2016. Tre anni dopo, grazie all’Erasmus+, ho potuto fare un’esperienza in Italia. Mi sono buttato».
Dal pianoforte al canto, come mai questa svolta?
«Alla prima lezione di teoria ritmica e percezione musicale, il professor Damiano Lazzaron mi ha fatto solfeggiare una linea melodica. Ha colto una voce particolare, molto scura e senz’altro più matura per la mia età. Quindi mi ha presentato all’insegnante di canto Enrico Rinaldo».
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