Roma brucia, è non è la riedizione del film neroniano. No, alle spalle della cosiddetta 'cittadella giustizia' si è acceso un rogo che sta divorando la collina di Monte Mario che da poco si era ricoperta di verde dopo i precedenti disastrosi incendi.
Ora il fuoco lambisce anche la sede Rai di via Teulada che naturalmente è stata evacuata.
Sembra la rappresentazione plastica di due dei diversi luoghi simbolo delle crisi italiane, che vanno a fuoco: giustizia e informazione.
Quando si rimprovera a Roma come altrove a chi ci governa di non curare il verde, si vuol dire: attenzione, il pericolo è il vostro mestiere, solo che poi i danni sono di tutti, anche nostro.
Se l'Italia, e Roma che è sotto i nostri occhi, è interamente coperta da sterpaglie secche, all'arrivo di Caronte, anche senza l'intervento di qualche mascalzone e criminale, è facile che tutto prenda fuoco.
Passato Caronte - speriamo il prima possibile - ci dimenticheremo di quello che è successo, continueremo a fare come abbiamo sempre fatto, a fregarcene cioè della manutenzione ordinaria di ogni cosa, e finalmente potremo pensare al Ponte sullo Stretto, per far contento Salvini che così non toglierà il sostegno al Governo Meloni ed anche Lei sarà contenta.
Felici e gabbati anche da questa Destra che prometteva di rivoltare l'Italia 'come un calzino' impresa non riuscita già ai Cinquestelle, appena pochi anni prima, e che pensa come tutti ai 'c...propri'.
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