Dimissioni seguite da parole che demoliscono il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Vittorio Sgarbi è un fiume in piena e, dopo il passo indietro da sottosegretario alla Cultura in seguito all’inchiesta di Report sul dipinto di Manetti rubato, attacca a testa bassa il suo oramai ex ministro di riferimento.
Parole durissime le sue, che mirano ad asfaltare le competenze di Sangiuliano: “Credo che il racconto dell’arte sia un’integrazione della funzione istituzionale: non mi pare che Sangiuliano abbia delle competenze legate all’arte che possano aiutare la funzione di ministro. Conoscere il patrimonio artistico italiano e raccontarlo è un elemento additivo alla funzione di sottosegretario. Ne ero convinto. Fino ad oggi”.
Sgarbi, l’Antitrust, i ringraziamenti a Meloni
Dopo la conferenza da Porro dove ha annunciato le dimissioni, Sgarbi prosegue il suo attacco a Sangiliano a Prima di Domani su Retequattro, accusando il ministro di aver inviato due lettere anonime all’Antitrust il 20 e 24 ottobre. Oltre alla vicenda del quadro rubato, nel mirino di Sgarbi erano finite anche le attività extra. “Presentare un libro o una mostra corrisponde al racconto dell’arte ed è compatibile con la funzione che ricoprivo. Oggi (ieri per chi legge, ndr) è arrivata la delibera dell’Antitrust che mette in discussione queste mie attività attraverso lettere anonime”. Antitrust che aveva fissato al 15 febbraio la scadenza per pronunciarsi ma potrebbe comunicare prima le conclusioni sull’incompatibilità tra le attività extra governo di Sgarbi e il ruolo che ha ricoperto fino a questo pomeriggio al ministero della Cultura.
Sangiuliano “messaggero dell’anonimo”
“Sangiuliano? Non parlo di lui. Non lo ho attaccato: ho detto che è senza dignità chi manda lettere anonime non” l’ho detto “di lui. Lui ha preso le lettere anonime e le ha mandate all’Antitrust: ha fatto il messaggero dell’anonimo“. Sbarbi lascia e ringrazia la presidente del Consiglio, “che non mi ha chiesto niente”.
Nessun commento:
Posta un commento