domenica 4 febbraio 2024

Abbado fra piazza e altare. Dirigere il Futuro. Convegno all'Accademia di Santa Cecilia

A dieci anni dalla scomparsa del noto direttore d'orchestra, Claudio Abbado, l'Accademia di Santa Cecilia ha voluto ricordarlo, festeggiarlo e, se possibile, elevarlo agli onori degli altari. Perchè tali festeggiamenti proprio all'Accademia di Santa  Cecilia? Perchè Claudio Abbado, dal 1978 era Accademico - ma con Santa Cecilia non ha avuto molto, anzi nulla da spartire, negli anni; valo lo stesso?

 Pappano nel dedicargli il concerto di questi giorni (Messa da requiem di Giuseppe Verdi, che per il direttore, i solisti ed i complessi dell'Accademia è una  sorta di 'generale' per la prossima esecuzione a Salisburgo, dove l'Accademia sarà ospite d'onore) ha detto testualmente che Abbado "ha diretto tante volte a Santa Cecilia",  che chiunque interpreta :" ha diretto tante volte l'orchestra e il coro dell'Accademia di Santa Cecilia".

 Pappano forse non sa, o se lo sa ha fatto finta di essere all'oscuro del fatto che Abbado,  almeno dal 1978 - che è l'anno in cui fu eletto Accademico, e noi cominciammo il lavoro di critico, a Paese Sera - Abbado non ha MAI diretto i complessi ceciliani. Snobismo, Milano contro Roma, o chissà quante altre ragioni.

  Abbado, da quella data, o forse da molto più tardi, a Roma ha diretto, certo, ma sempre orchestre 'sue', quelle cioè che ha fondato o delle quali è stato a capo, dall'Orchestra giovanile Europea ( ECYO poi EUYO), forse anche la 'Mahler', e poi i Berliner e l'Orchestra venezuelana, e di Lucerna all'Auditorium negli ultimi anni, ma prima alla Conciliazione, e prima ancora  in palazzi e chiese (Minerva)

 A proposito di un concerto alla Minerva di molti anni fa, abbiamo ancora impressa nella memoria la scena che vide Carlo Zecchi, claudicante  e malmesso, presentarsi all'ingresso della Basilica e chiedere di entrare, dichiarando il suo nome, aggiungendo che Abbado era stato suo allievo ( con Mehta, Barenboim). Gli ignorantissimi organizzatori ( Arci e Comune di Roma, all'epoca di Nicolini) gli risposero che loro non potevano farlo entrare; ci intromettemmo noi riuscendo a fargli capire a quegli analfabeti chi era Carlo Zecchi.

 La volontà di non dirigere l'Orchestra dell'Accademia neanche negli ultimi vent'anni in cui ha acquistato ancora più lustro anche per merito di Pappano è proseguita. Non solo Abbado, anche Muti non l' ha MAI diretta. Cose dell'altro mondo.

 Dunque un tentativo di santificarlo in una chiesa di confessione diversa da quella abbadiana, è fuori di ogni religione anche ecumenica.

 E poi c'è un  altra ragione , in quest'anno pucciniano, per non santificarlo. Abbado, per snobismo ideologico - non vediamo altra ragione - non ha mai diretto a Milano, negli anni di sua permanenza, un ventennio circa, un solo titolo pucciniano. Assurdo. Michele Girardi eccelso studioso del  musicista, ne ha fatto materia di un suo corso universitario. Questo argomento, magari affidandone la trattazione allo stesso Girardi  non è stato neppure sfiorato nella  celebrazione e tentata santificazione romana.

 Tutto questo, che non è comunque  poco, nulla toglie ai meriti soprattutto milanesi, affatto romani, di Abbado, al suo valore di interprete e alle scelte innovative e azzardate di repertorio,  sempre o quasi dettate da ragioni ideologiche.

 La ragione definitiva di questa celebrazione va cercata principalmente in un particolare di poco conto: nei legami anche famigliari, seppur lontani, di dall'Ongaro  con gli Abbado, fino a Daniele con il quale ha spesso collaborato.  

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