A una settimana dal 25 aprile, Ignazio La Russa torna a parlare di Resistenza e di partigiani "bianchi e rossi", perché "una parte della Resistenza aveva l'ambizione di dare all'Italia un governo più simile a quello dell'Unione Sovietica: è una verità storica". Il presidente del Senato, dopo le parole choc su via Rasella, prova a rimediare ricordando quando "la destra seppe fare i conti con il suo passato". "A chi dice che la destra deve fare ancora i conti del passato, dico di leggere il libro di Pier che riprende alcune delle tesi di Fiuggi quando con Pinuccio Tatarella riconoscemmo chiaramente il valore assoluto della Resistenza nel ridare all'Italia libertà e democrazia", dice durante la presentazione del libro del senatore Pier Ferdinando Casini. Precisando poi la parte sui "partigiani bianchi e rossi".
La Russa insiste chiamando in causa il libro di Casini: "Tu l'hai descritto molto bene, ricordando il ruolo di Fini e il ruolo di Fiuggi, quando la destra seppe fare i conti con il suo passato. A chi chiede ancora, lèggano il suo libro, che lo scrive in maniera chiara e riprende alcune frasi della tesi di Fiuggi in cui mettevamo assolutamente in chiaro il valore che aveva avuto la resistenza nel ridare all'Italia libertà e democrazia. Con Tatarella e i suoi giovani di avanguardia, eravamo io e Gasparri, e ci battemmo per quelle tesi in maniera vittoriosa" aggiunge La Russa ricordando che "certo in quelle tesi c'è poi anche una differenza sostanziale, che è inutile nascondere: che mentre il rispetto per la Costituzione è totale e assoluto, noi dicemmo che non tutta la Resistenza, partigiani bianchi e partigiani rossi, avevano avuto lo stesso obiettivo. Dicemmo che una parte della Resistenza, che pure era stata anch'essa importante per arrivare alla fase del dopoguerra, aveva probabilmente l'ambizione di dare all'Italia un governo che assomigliasse più all'Unione sovietica. Ma era una verità storica, che inutilmente qualcuno ha cercato negli anni successivi di dimenticare".
La polemica sulle parole di Lollobrigida
Il 25 aprile "non sia una data divisiva", avverte intanto Francesco Lollobrigida, ministro dell'Agricoltura e dirigente di FdI. "Lo è solo per i fascisti e chi non si riconosce nell'antifascismo", replica Nicola Fratoianni, leader di Sinistra italiana.
"Spero che il 25 aprile sia sempre più un appuntamento unificante per gli italiani invece di essere utilizzato per cercare di dividere questa nazione, che sempre più deve trovare momenti di unità", dichiara Lollobrigida. E a stretto giro Fratoianni replica: "E' una curiosa preoccupazione la sua. Il 25 aprile è la più importante delle nostre feste - sottolinea - perché celebra la Liberazione del Paese, la vittoria della libertà contro l'oppressione nazifascista. Quindi sì, in qualche misura può essere una data divisiva. Per i fascisti o per chi non riconosce nell'antifascismo e nella Resistenza la radice della Costituzione e della Repubblica".
La Russa sui migranti
Prova a chiudere il discorso sui partigiani, il presidente del Senato. Che però commenta la questione migranti: "È il tam tam che ci sta danneggiando, 'andate in Italia che lì possiamo starci come vogliamo'. Questo provoca un afflusso superiore a quello che possiamo permetterci. È un tam tam ideologico".
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